Stramilano Agonistica Int Half Marathon

Mi ritrovo a raccontare quello che rappresenta il nuovo apice della mia modesta carriera da podista, un nuovo record sulla mezza maratona, in una gara progressiva, per certi versi inaspettata, ed ampiamente al di sopra di ogni mia aspettativa.

Le premesse non erano certo le migliori: pioggia, freddo e vento erano le previsioni, e così è stato.

Ieri, prima della gara, vengo inserito d’ufficio nel gruppetto dei forumendoli dell’1h40, quando ormai avevo accantonato la malsana idea di provarci, virando su un “comodo” nuovo personale a 1h42/1h41…. all’arrivo all’Arena, complice anche il maltempo, non incontro nessuno al ritrovo delle 9.45 e, mesto, cerco un posto al riparo per prepararmi all’asciutto, perché di acqua ne prenderò già troppa. Al termine della vestizione, si materializza improvvisamente Pier (che mi aveva reclutato il giorno prima) ed il gruppo si forma. Breve riscaldamento e via allo start.

La partenza, come preventivato da parecchi, è un calvario: imbottigliamento, stop continui e pozzanghere che sembrano piscine. Impossibile fare ritmo fino all’ingresso in Corso Sempione, i secondi persi sono almeno 30.

Imboccato il vialone mi ricompongo con Pier, Foia, Labboro e Stepo. Imposto quasi da subito il passo gara (4’43) e da lì non mi schiodo più, inanellando (stupendomi) una serie di passaggi fino al 12°km tutti sotto il 4’40. La pioggia non cala, aumenta anche il vento e torna pure il freddo: rimetto i guanti tolti dopo pochi km. 4 passaggi più tranquilli (4’41 4’42 4’41 4’42) e arrivo al 17°, quando è ora di cominciare a fare calcoli: l’1h40 è alla portata, ma devo crescere ancora, proprio nel momento in cui inizio a chiedermi se davvero sarò in grado di tenere quel passo fino alla fine. La spinta mentale mi fa fare un passaggio a 4’34 che pago tutto a 18° con 4’47 (il km più lento partenza esclusa), mi riprendo al 19° (4’36) e Pier si affianca cercando di darmi la spinta finale, e bluffando un po’ (“dai che ce la facciamo ancora”). Foia e Stepo hanno ceduto un po’, sento le gambe mancare ma stringo i denti girando in 4’44. Il 21° ti da sempre quella spinta magica, anche se non ne hai più riesci magicamente ad accelerare: la gente, l’Arena, Pier che mi lascia sul posto a 500m dal traguardo, carico ancora, entro in pista… 1.40.08!

Peccato davvero per quei 9 secondi “di troppo”, persi tutti negli sciagurati 2km iniziali. Ma la certezza di avere il tempo nelle gambe, dato che in situazioni metereologiche e di affollamento migliori ce l’avrei fatta senza dubbio. E poi, son sempre 3 minuti in meno del mio precedente primato!

Per chiudere, due parole sull’organizzazione: PESSIMA. Cito alcuni episodi che non possono capitare in quella che è la seconda maratonina italiana per partecipanti:

– coda di 40 minuti al sabato per il ritiro pettorale

– obbligo di utilizzo mezzi (che ci può stare) e corse della metropolitana in corrispondenza dei parcheggi con attese da 14 minuti

– 1 (!!!!!!) Tenda per lo spogliatoio di 7000 persone

– ritiro sacche dopo gara tipo tombola: numeri cancellati dalle sacche (da loro fornite) e 20 minuti di attesa con gente bagnata ed in canotta che tremava dal freddo

Menzione d’onore per i Milanesi, che si sono divisi equamente tra gente che applaudiva ed incitava e gente cafona che ha voluto, nonostante i vigili, partire ugualmente per attraversare, con il rischio serio di scontri ed infortuni (che probabilmente ci saranno anche stati).

A conti fatti, difficilmente tornerò a Milano per la mezza maratona. O perlomeno lo farò solo col bel tempo.

Il percorso https://connect.garmin.com/activity/288211408

Maratonina delle 4 Porte – Pieve di Cento (BO)

Sottotitolo: quando un vecchio paio di scarpe può rivelarsi ancora utile.

Una gara per certi versi strana quella di oggi, a partire dalla modalità di iscrizione: ho deciso di partecipare al mercoledì, trovandola per caso spulciando tra i calendari. Mi informo meglio, scopro che il percorso è ottimo (quasi completamente in rettilineo) e che solitamente la gara è colpita da raffiche di vento, essendo in piena pianura. Decido ugualmente di partecipare, anche perché un’uscita da 20km questo weekend era comunque in programma.

Quindi, come sempre, la preparazione della borsa è incentrata su ogni evenienza metereologica. Si, a livello di abbigliamento ero preparatissimo ma, a star troppo attento ai dettagli, arrivo sul luogo della gara e… Ho dimenticato le scarpe a casa! Preso dallo scoramento decido che non ho fatto 1 ora di macchina (ed una notte di dormiveglia) per nulla: fortunatamente indosso le vecchie 1170 che hanno alle spalle 800km e che sono diventate scarpe “quotidiane”. So che le mie gambe e i miei piedi mi malediranno a fine gara, ma non posso arrendermi ancor prima di iniziare.

Essendo presto, approfitto per fare un giro nella storica piazza di Pieve di Cento: a distanza di quasi un anno sono ancora molto evidenti i segni del terremoto, e il centro è completamente puntellato qua e là.

Parte la gara, dopo il folto gruppo dell’handbike. Non c’è Real Time e decido di partire nelle prime file, il rettilineo infinito della partenza (5km tutti dritti dopo lo start) è l’ideale per cercare subito il ritmo, che imposto immediatamente rallentandomi per una partenza come al solito troppo veloce. Lo scotto di Verona è ancora ben impresso nella mia mente.

Ho deciso di provare a dividere la gara in tre settori da 7km, con 3 differenti andature da tenere.
La prima ovviamente è la più lenta: devo stare sotto i 5′ e non andare sotto i 4’50 per non sprecare energie. Cerco subito il classico punto di riferimento, provo a seguire “l’uomo delle scarpe azzurre” ma mi rendo conto che ha un ritmo troppo veloce per questa fase e lo lascio andare. I giri di questa prima fase sono tutti tra i 4’54 e 4’58. Andatura perfetta.

Inizia la seconda parte di gara: devo cercare di stare tra i 4’50 e 4’55. Anche qui registro un vano tentativo di seguire una ragazza che pare un fulmine e quindi mi lascia sul posto. Riesco comunque a girare tra 4’51 e 4’54 nonostante in questo tratto ci sia un cavalcavia, unica (piccola) insidia di un percorso ideale per il PB.

Dal 13°, con due Km di anticipo sulla tabella di marcia, do il via alla terza fase della gara: girare a 4’50. Ci riesco agilmente abbonandomi al 4’49, ho un piccolo calo al 20° (4’52) ma oramai è tutta in discesa: occhi chiusi, testa bassa, denti stretti e 4’40 al km finale, spinto anche dalla possibilità di abbattere il muro psicologico dell’1h43.

E cosi accade, sprint finale in 4’21, pulsazioni per la prima volta sopra i 160 e cronometro dell’arrivo ad 1h42m54s. Passo il traguardo a pugni chiusi e trovo un PB non programmato.

Resto infinite stupito della frequenza cardiaca della gara: 153 con punte da 158, ad esclusione del 162 dello sprint finale. Il cuore ha reagito come durante un allenamento.

Le vecchie amiche di corsa Asics 1170 hanno ammortizzato sicuramente poco, ma mi hanno fatto fare una bella gara in progressione e a conti fatti… Me la cavo solo con una fiacca sotto il piede sinistro e nient’altro!

Il percorso della gara: Qui