34k Maranello-Soliera (Maratona d’Italia 2014)

Carpi 2014, la mia “Road to Firenze” ha una data precisa sul calendario: settimana 5, LL33 da fare in gara. Una prova generale insomma, se ne esco da qui bene il resto della preparazione sarà in discesa.

L’ultimo lungo risale a 15 giorni fa, 33Km terminati con un finale brillante che non mi sarei mai sognato, e che mi aveva fatto pensare che i primi effetti del cambio del piano allenamenti fossero già evidenti. Di conseguenza, questa gara era da prendere come una conferma, di petto, sapendo che c’ero già passato poco prima da una distanza simile.

Arrivo a Maranello con largo anticipo, e mi ritrovo subito con il gruppo risicato di Running Forum, composto dagli esordienti sulla distanza regina Alor e IlCaso, con l’aggiunta del toscano Silver che si cimenta come me nella 33 in preparazione alla sua gara di casa. Foto di rito in quello che è il tempio Ferrari e poi ci salutiamo. Fa caldo, nonostante il meteo avesse previsto tempo coperto e nebbia, c’è il sole che alle 9 di mattina già scalda, e ci sono 22 gradi. Con Silver scambio due ulteriori battute, ci diciamo che non è bene sentirsi già caldi alla partenza.

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Per me la Maranello-Soliera è dopotutto un allenamento, e quindi decido di prendere la partenza con comodo, anche perché l’impreparata organizzazione, come previsto, cade sugli errori del passato ed incappa nei problemi con le navette, costringendo a spostare la partenza di 10 minuti in avanti. Mi apposto 200 metri dietro quelli dell’ultima griglia, mi faccio 1Km nelle retrovie e mi dirigo nuovamente in coda al gruppo quando manca poco alla partenza. Non sono certo della distanza di gara, e con questo km aggiuntivo voglio avere la certezza di poter arrivare a 35Km totali. Sparo dello start, lascio che tutto il gruppo passi il tappeto e poi inizio a correre pure io, partendo circa 15 secondi dopo l’ultimo.

L’obiettivo fino alla mezza maratona non è cronometrico, ma basato sulla FC: tenere i battiti intorno ai 140, che per me significa correre e consumare poco in termini di fatica. L’impresa non è semplicissima perché l’altimetria dei primi 15Km è in costante discesa, anche se quasi impercettibile, ed è fondamentale sapersi controllare.

Abbandoniamo Maranello passando per il cavalcavia sulla pista di Fiorano, ed i primi 5Km li chiudo a 5.20, in scioltezza. È finito il warm-up, ora devo cominciare a mettermi sui miei tempi. Passiamo prima Formigine e poi Baggiovara, insieme ad una serie di frazioni. Inaspettatamente, troviamo diversa gente sulle strade pronta ad applaudire ed incitare, con i bambini che danno il cinque. Tutto questo, unito ad una freschezza ancora quasi intatta, mi aiuta a tenere il ritmo che volevo, chiudo il tratto km 5-10 a 5.02 ed il seguente a 5.04.

Siamo già alla periferia di Modena, poco prima del 20° raggiungo (finalmente) Alor, che sta bene anche se è partito leggermente veloce. In quello stesso istante un incitamento “vai Mad!” proviene dal pubblico e girandomi riconosco che il richiamo arriva nientepopodimeno che da superman-Deuterio! Una decina di minuti a parlare con Alor, poi lui, anche per non affaticarsi troppo, mi chiede di allungare, dato che il suo piano gara è leggermente più lento del mio. Siamo in centro a Modena, mi godo prima un inatteso passaggio all’interno dell’accademia con tanto di soldati in divisa schierati che ci applaudono e che, proprio per la sorpresa, mi spingono oltremodo nella corsa (era appena passato il lap 15-20 del Garmin a 5.04 e quindi il tempo giro, appena ripartito segnava 4.30!) e verso la Piazza del Duomo, bella tanto quanto da lasciare velocemente alle spalle, visto il fondo in ciotolato a sassi enormi, che spacca le gambe. Usciamo dal centro, il fragore del pubblico che applaudiva va via via scemando, passiamo al Parco Ferrari dove arriva la Mezza Maratona e ci troviamo soli.

Studiando il percorso prima della gara, avevo capito che la fase più difficile sarebbe stata questa: per arrivare a Soliera non ci sono praticamente paesi, il gruppo ha perso la metà dei concorrenti che sono arrivati al loro personale traguardo, e tra i corridori c’è silenzio. E come se improvvisamente tutti si fossero detti: “ok, ora inizia il nostro compitino, testa bassa e via, senza sprecare fiato verso l’arrivo”.

Al 23 ci viene concesso un ultimo svago, con un simpatico signore che si traveste da Charlot ed allestisce un palco teatrale sparando a volume altissimo “Nessun Dorma” di Pavarotti, ponte sul Secchia con bandiere, foto e qui si resta davvero soli definitivamente.

Al 25 del mio Garmin (quindi 24 di gara) vado benissimo: nuovo passaggio in 5.04 (praticamente ho fatto 20Km consecutivi a 5.04) e ormai 10Km prima di Soliera. Ma è proprio qui che iniziano i miei problemi: il tape che ho messo per fasciare le dita dei piedi che solitamente mi fanno male, si sta spostando a causa del sudore e dell’umidità e sfrega contro le dita non protette. Comincio a sentire fastidio, che piano piano diventa dolore. Cerco di muovere le dita nelle scarpe per riassestarmi, per un attimo penso anche di fermarmi a risistemarmi, ma so già che non avendo rimedi alla portata, sarebbe solo peggio perché constaterei la situazione dei miei piedi. Decido di proseguire, correndo sul dolore.

Il tratto 25-30 è quindi leggermente più lento, a causa anche di 3 cavalcavia, ma resta comunque a 5.09, che non è comunque troppo cattivo. Sono al 30° e la media complessiva è 5.07, in linea dopotutto con il mio RMA, anche se forse avevo sperato di essere più veloce a quel punto del percorso o comunque di avere nelle corde un finale in crescendo che, viste le condizioni, non potrò mettere in pratica.

Non mi resta quindi che limitare i danni, inizio a contare i Km, capisco che la mia gara finirà a circa 34Km e qualcosa del mio Garmin e che quindi, dopotutto, 4Km non sono poi molti. Il contorno è dei più classici da Maratona: gente che cammina, gente che corricchia, chi si ferma, chi ai ristori (ottimi veramente, come gli spugnaggi) usa la scusa del rifornimento per stare a riposo per un periodo più lungo di quello necessario. Questa situazione diffusa, psicologicamente mi rallenta un po’: è come se la fatica si traslasse da un concorrente all’altro e quindi faccia sentire più affaticati di quel che si è. Ed è così, perché nonostante tutto il trascinarmi lentamente verso l’arrivo si traduce in un 5.12 sul Garmin, mentre la sensazione è quella di andare a 5.30. Non a caso, nel tratto tra Modena e Soliera, con il mio rallentamento guadagno quasi 30 posizioni in classifica generale, e sono solo quelli classificati sulla 33Km, senza contare quelli della Maratona. Mi sforzo di vedere la gara come se io fossi in Maratona, ad ogni sorpasso verifico il colore del pettorale di chi corre la 42, e mi spiace vedere che c’è gente che ha mollato a 10Km dal traguardo, e che ci metterà ancora parecchio prima di concludere. Forse questo tratto, il più scoraggiante della giornata a livello cronometrico, è quello che, a mente fredda, mi rincuora di più: caldo, difficoltà ai piedi, gente intorno che cede, ma io proseguo. Non assecondo mai la voglia di camminare, uso la testa. Mi ero detto che avevo molto da lavorare sulla testa per questa mia seconda Maratona, e questi 5Km sono stati un allenamento duro, portato a casa con grande soddisfazione.

Arrivo in Soliera, vedo da lontano il gonfiabile, cerco un leggero aumento del passo mentre mi avvicino al pubblico, cerco mia figlia di 6 anni, che appena arrivata “salta” dentro il percorso, percorriamo mano nella mano gli ultimi 200 metri, e andiamo a prenderci la medaglia insieme, che come sempre in queste occasioni va al suo collo.

Sono morto, attendo il passaggio di Alor per qualche minuto, non lo vedo arrivare, comincio a pensare ad una difficoltà per lui e cambio il programma: devo correre ancora 800m, lo voglio fare insieme a lui, per caricarlo un po’, scortandolo per il primo dei 9Km che gli mancano. Ma Alor non arriva ed i minuti passano, mi sto raffreddando, allora decido di ripartire in solitaria, praticamente insieme ai pacer delle 4h e del loro gruppo che sono appena passati. Sono rimasti in una decina (ricordo di averli passati al Km 4 e occupavano tutta la sede stradale!), e sono moribondi.

Faccio un ultimo sforzo, arrivo a 35Km e stoppo il garmin, 2h59m38s.

Tralascio dal racconto lo stato dei miei piedi, quando finalmente mi sono tolto le calze.

E’ stata dura oggi, ma son sempre 35Km portati a casa.