La mia partecipazione alla Sarnico-Lovere parte diversi mesi indietro, più precisamente a fine 2013, quando mi iscrissi. Peccato che poi, il problema post Maratona di Milano, con il mancato rinnovo del certificato agonistico, mi aveva costretto a posticipare l’iscrizione al 2015.
Decido di sfruttare l’occasione del weekend fuoriporta, spinto anche dalla difficile logistica di una gara come questa, con navette da prendere all’alba e strade poco scorrevoli. Il sabato fila liscio quanto stancante per i chilometri percorsi a piedi e mi vede andare a letto con la sensazione classica di chi spera che 7 ore di sonno possano fare miracoli in termini di rigenerazione. Ormai mi devo appuntare per il futuro che è impossibile conciliare turismo con prestazione in gara, una delle due deve essere per forza sacrificata.
Come detto, alle 6.45 sono già in piazza a Lovere con Alex, in direzione Porto Turistico dove incontriamo Marcos per prendere il mezzo che ci porterà dritto alla zona di partenza a Sarnico. Il viaggio è sulla sponda opposta del Lago e con Marcos da cicerone ho modo di conoscere qualche dettaglio in più sul percorso che mi aspetta.
A Sarnico fila tutto liscio, ritiro pettorali, deposito borse, palazzetto per cambiarsi al caldo e addirittura possibilità di fare colazione (leggera) con te e biscotti, cosa veramente gradita vista la levataccia. Incontro gli altri del forum: ci sono Alessandro, Anselmo, Marco, Gianluca e Francesco. Con loro facciamo prima il “battesimo” del Lago e poi un riscaldamento dei più scampanati mai visti, a slalom sul marciapiede in mezzo alle persone. Una cosa totalmente inutile!
Alle 9.30 lo start, poco udibile perché abbiamo un elicottero che ci ronza sopra la testa da diversi minuti, per girare immagini dall’alto. Peccato che la giornata non sia delle migliori, e che fino all’ultimo io sia indeciso su abbigliamento e utilizzo del cappellino. Opto per l’assetto coperto, quindi sottomaglia e testa al riparo.
Il primo Km è il più lento, la strada non è proprio ampia e quindi si viaggia sopra i 5’ (fortunatamente sarà l’unico Km con ritmi così alti). Dalla gara non ho grosse aspettative cronometriche, l’idea è quella di godermi il percorso e il panorama, ma le recenti corse lente di allenamento sono sempre state intorno ai 4.45, senza particolari difficoltà. E’ 4.45 per la Sarnico-Lovere, lunga 25.25Km, significa essere esattamente a cavallo del muro delle 2 ore. Godersela, ma finire in 2h01, significa tornare a casa con qualche (piccolo) rimorso.
Ovviamente, il trenino che si è formato, procede qualche secondo più svelto, e fino al 8° Km, proseguiamo poco sopra i 4.40, recuperando il tempo perso nel chilometro iniziale. Siamo alla prima galleria, quella di Predore, che approccio con entusiasmo, dato che a memoria non credo di aver mai corso in galleria in precedenza. La luce esterna pian piano svanisce e…. svanisce sempre di più e…. siamo completamente al buio! Ho qualche metro da Marcos, che ha già corso in precedenza la gara, e quindi non riesco a domandargli se sia una cosa prevista o meno, ma in pochi secondi l’euforia si tramuta in preoccupazione. E’ come correre ad occhi chiusi, si sentono solo i passi, allungo le mani in avanti per non tamponare nessuno e mi rendo conto che in caso di rallentamento qualcuno potrebbe colpirmi da dietro. Aumento il passo, accendo il display del Garmin e agito il braccio sopra la mia testa per farmi notare, e non mi fermo. Questo tunnel è lungo quasi 1Km, quindi passano 4 minuti in questo limbo podistico, quando finalmente qualcuno davanti a me comincia ad esclamare “Luce!”. E luce fu, finalmente, insieme alla brezza del lago che torna finalmente a farci compagnia.
Finita questa breve avventura, raggiungo Marcos e capiamo in poco tempo che deve essersi trattato di un blackout, perché una situazione simile è pericolosa, oltre che non essersi presentata tale nella precedente edizione. Transitiamo al Km 10 in 47.30, in piena media (la galleria ci ha fatto perdere qualche secondo), e proseguiamo sempre con un passo che oscilla intorno ai 4.40. In questa fase corro a fianco di Francescone, sento i polpacci già duri al Km 15 (l’umidità ha accentuato le difficoltà muscolari) e ho davanti a me la famigerata “salita di Zu” che dovrebbe essere la cima Coppi di giornata. Spingo, ma resto cauto, con Francescone che dice di essere nella mia stessa situazione, anche a causa dei 100Km settimanali (salvo poi rivederlo solo all’arrivo perché il suo cambio passo è stato di tutto rispetto!).
Dopo la seconda galleria completamente al buio (fortunatamente più corta), inizia il tratto in salita che, a dir la verità affronto con discreta facilità rallentando nel passo, ma non troppo (4.51). Soddisfatto della tenuta, sento di aver tutte le difficoltà alle spalle, e lascio andare le gambe a 4.36 4.25 4.35 per i Km successivi (18-19-20). Psicologicamente 25Km sono una distanza strana da affrontare, non hai l’approccio mentale su quando poter aumentare il ritmo, puoi solo affidarti alla tattica dei “chilometri mancanti”. Superato l’ennesimo paese con applausi, incitamenti e “cinque di bambini” (veramente frequenti), arriva il momento di fare il conto alla rovescia, mancano solo 4Km e l’energia rimasta la si può pian piano sfruttare. Supero Anselmo, che saggiamente è andato in velocità controllata dopo essere entrato in riserva, ma più in generale passo diverse persone (saranno più di 150 le posizioni recuperate tra il 10° e l’arrivo), e i chilometri scorrono velocemente, mentre spesso mi volto a guardare lo spettacolo naturalistico che mi circonda.
Entrati a Lovere ci aspetta un’ultima salita, ma c’è tanta gente e quindi rispolvero la mia consueta goliardia chiedendo applausi ed incitamenti, e ricevendo sostegno con degli improbabili “dai che è finita, manca poco!”, manco stessi facendo una Maratona… Nonostante quest’ultima ascesa, l’ultimo chilometro lo faccio a 4.33, entro nell’arena del Porto Turistico dove mi posso nuovamente sbizzarrire e divertire con il pubblico. Marco, in preda ad una foga agonistica da centrometrista, mi sorpassa quasi sgomitando, ma son troppo preso con chi tifa alle transenne per raccogliere il guanto della sua sfida. Entro nel tappeto arancione, sprinto neanche troppo convinto e taglio il traguardo in 1.56.57, praticamente 3 minuti sotto il tempo target, a 4.37 di media. Ultimo momento emozionante, lo scambio di complimenti con tutto il gruppo all’arrivo, siamo arrivati tutti nel giro di 20 secondi, compatti e soddisfatti.
Ho aspettato questa corsa per più di un anno, e l’attesa è stata ampiamente ripagata. Torno a casa dal Lago d’Iseo con la convinzione che questa sia una di quelle gare da mettere in calendario e non togliere mai più. L’abbinamento con il weekend turistico-gastronomico è perfetto, la distanza da casa non eccessiva, il percorso fantastico e un’organizzazione impeccabile, senza una sfumatura. L’unico appunto poteva essere quello relativo alle gallerie buie, ma il dopo gara ci ha rivelato che un atto doloso nella notte ha causato il tutto. E quindi poco c’era da fare a quel punto, se non tamponare (saggiamente) con delle auto piazzate a fari accesi nei tunnel.