London Summer 10k, Regent’s Park

Io mio rapporto con le 10k quest’anno è stato particolarmente travagliato. Ho passato di tutto: neve a 2gg dal via, gare in cui sono scoppiato e gare annullate. Quando alla fine ho trovato la corsa Londinese di Regent’s Park, in corrispondenza con le mie vacanze estive, la scelta è stata quindi obbligata.

Il meteo nella “City” di domenica 16 Agosto, è di quelli da metterci la firma: nuvole sparse che coprono il sole e 15°. Raggiungo la location con ampio margine e scopro di trovarmi nell’ennesimo splendido parco di Londra. Qui puoi dimenticarti di essere in città, gli spazi sono ampi, le varianti dei percorsi, infinite. All’Hub, cuore pulsante delle attività sportive del parco, puoi trovare spogliatoi, docce calde, ed opuscoli sui differenti “running path” disponibili. Anni luce dall’Italia, sotto questo aspetto.

Ritiro il pettorale insieme a Filippo, iscrivo la piccola alla Mini Run, e parto nel riscaldamento, che consiste in un giro conoscitivo del tracciato da compiere in gara, 3 volte per 3.3km. Chiacchierando il passo è agevole, ma ci rendiamo conto di come il leggermente “hilly”, riportato nella descrizione del percorso, possa influenzare la nostra gara e presentare il conto. Obiettivo dichiarato: un sub 39′ per lui, un minuto in più per me. Il percorso è ben segnalato, notiamo anche una certa precisione nei cartelli chilometrici e la distanza del nostro warmup è di 3.35km.

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Dopo la mini run, è ora del via. Il Race Director è un motivatore nato, dopo alcune istruzioni si congeda con un “vi aspettiamo tutti qui tra 36 minuti”!
Riesco a piazzarmi tra le prime file e allo start supero qualcuno esternamente, restando a occhio intorno alla 15^ posizione. Noto subito davanti a me come il primo stia già facendo il vuoto, mentre pure la prima donna allunga con un bel passo. Vedo anche Filippo, che parte bene e si distanzia di qualche decina di metri da me.

Come nelle recenti gare brevi, cerco di non farmi prendere dalla foga iniziale, e rallento per portarmi al ritmo di crociera previsto. I primi 2km vanno via a 3.59 e 4.01, il gruppo è già sgranato e si prevede una gara con pochi punti di riferimento. Dopo il 2°km arriva il tratto più temibile, una salita marcata lunga circa 300m, seguita da una discesa  (dove si recupera bene), e poi 2 cambi netti di direzione seguiti da un’altro strappo. Siamo al primo giro e assorbo bene questi cambi di ritmo, va tutto bene e il passaggio allo start con annesso tifo ed applausi mi portano ad un 4°km veloce (3.56) ed al passaggio a metà gara esattamente in 20′.

Sono confortato dalla discrepanza pressoché nulla tra Garmin ed indicazioni sui cartelli, se non altro perché ho la conferma che i miei ritmi sono veramente quelli dei lap dell’orologio. Ho messo alle spalle per la seconda volta il tratto più difficile, ma sale la consapevolezza che al terzo tentativo non sarà così semplice, e dovrò giocare in difesa.

Come previsto, i cambi di posizione sono praticamente nulli: nel secondo giro supero prima una persona in evidente debito di ossigeno, ne raggiungo un’altra, mentre vengo a mia volta agganciato da un avversario in ottima progressione. Passiamo in 3 al traguardo del secondo giro, e cerco di fare gruppo con loro per gestire il degrado.

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Purtroppo la tattica non trova applicazione concreta: il ragazzo in progressione se ne va, e fatico a tenere il passo di quello che sembrava messo peggio di me. Prima di affrontare per l’ultima volta il “tratto mortifero”, vedo Filippo, circa 150m davanti a me. È il segno che anche lui è sopra l’obiettivo, ma è ancora in zona PB.

Giro al 8° in 4.10, ma la cosa peggiore è che non riesco a recuperare nel tratto in discesa, e l’ultimo dislivello mi taglia le gambe. Non riesco ad accelerare e, nonostante abbia recuperato una posizione, faccio il Km 9 a 4.06.

Siamo al cartello dei 9, il Garmin nuovamente suona con precisione chirurgica: 36.24. Il 40′ è andato, ma il personale è concreto, devo stringere i denti.
Tiro fuori tutto nel finale, riesco a girare sotto il 4′ (3.57) ma poi, arrivato in prossimità dell’arrivo, mi accorgo che quando il GPS raggiunge i 10km, ho ancora 80m da fare. Nello stesso identico momento il ragazzo moribondo, che avevo passato 1km prima, resuscita e mi tira una sverniciata epica che mai avevo subito. Ho fatto gli ultimi 80m a 3.32 e lui è arrivato davanti a me di 5″!!!

L’inspiegabile (a livello logico) discrepanza di distanza nel finale mi “costa” altri 16″, chiudendo si con il nuovo personale (40.38), ma per soli 10 secondi rispetto al tempo registrato in pista 3 mesi prima. Finisco in 16^ posizione, 4 posizioni dietro Filippo.

Le aspettative erano sicuramente altre, ma il minimo sindacale l’ho raggiunto. Un PB è sempre un PB, dopotutto.
Il mio rapporto con le 10k resta complicato: ne faccio poche e devo ancora capire come trovare l’approccio corretto, cosa che invece ho sicuramente perfezionati sui 5k e sulla mezza maratona.

Lascio Regent’s Park con la sensazione di aver passato una splendida mattina, con un’organizzazione ottima, un tifo sempre presente (ma all’estero, è una costante) e una bella fetta di esperienza in più.

Qui il percorso