“Finchè non corri la Cinque Mulini, non ti rendi conto di cosa sia un cross!”
31 gennaio, mi trovo con Francesco al parcheggio del Castello di Legnano (che bella location per un riscaldamento pregara!), e ci dirigiamo insieme al ritiro pettorali, dove quest’anno è stata spostata intelligentemente tutta la logistica della gara. Il tempo di salutare Alex, che ho rivisto piacevolmente dopo tanto tempo, ed è ora di partire.
Il percorso è il luna park del runner: giro di lancio all’interno di un vero e proprio “stadio del cross”, uscita sulla strada (dove ottimi tappeti hanno attutito alla perfezione l’impatto delle chiodate con il suolo), primo campo con 3 fossati in serie da saltare, per poi lanciarsi nella seconda parte del percorso, forse la più spettacolare. In serie si affronta una discesa su assi di legno, una salita mortifera (il depliant parla del 24% di pendenza!) seguita da un tratto sabbioso e poi il tanto agognato doppio passaggio nei Mulini storici. Una volta arrivato all’interno, avrei tanto voluto fermarmi per vedere meglio lo spettacolo, ma dopotutto ero sempre in gara, anche se del piazzamento mi interessava poco! All’uscita dei Mulini si torna nel campo per rifare l’ultimo tratto con strappo in salita, passaggio all’interno della Fattoria e poi nuovamente giro nello stadio del Cross.
Come nelle altre campestri, ho fatto più gara sull’uomo che sul passo e, nonostante abbia spinto poco nella parte finale, sono riuscito comunque a chiudere in progressione sulla posizione, dal 155° posto del giro di lancio al 132° finale, il tutto in linea con le recenti prestazioni di questo tipo, come al Campaccio o al Cross di Cinisello.
Tornando alla prefazione di questo post, quella che a prima vista sembra una di quelle frasi che si sentono tutti i giorni, la classica chiacchiera da bar di chi si fa portatore di una verità assoluta, è invece esattamente la prima cosa che ho pensato quando ho tagliato il traguardo domenica mattina a San Vittore Olona: 6Km di puro godimento, senza mai avere la voglia di guardare il cronometro, per non distogliere lo sguardo da quello che il percorso ha proposto.
Impeccabile anche l’organizzazione, il percorso ben articolato, i servizi tutti presenti, oltre alla sorpresa di avere anche un pacco gara e la medaglia di finisher (cosa più unica che rara in un Cross). Menzione d’obbligo anche per il pubblico, veramente numeroso lungo tutti i 2800 metri della Cinque Mulini, quasi al punto di dimenticare che siamo in Italia.
Per questa stagione, le gare di cross sono finite, ed è probabilmente anche il modo migliore di terminare il ciclo (6 negli ultimi 3 mesi). Ora si torna con la testa sulla strada, le 21k sono dietro l’angolo.
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