10k della Canapa, Lovoleto 24 Aprile 2016

Il mio rapporto con le 10k, ormai si sa, è da sempre complesso. Quest’anno l’obiettivo del 39.59 l’ho messo subito tra le priorità cronometriche, dato che restava l’ultimo “muro” ancora da abbattere.

Date le premesse della serie “ci sono, ma è questione di secondi”, risulta anche determinante la scelta della gara. Lovoleto, piccola frazione di Granarolo Emilia (BO), propone in calendario una 10k piatta, con distanza omologata FIDAL e relativo rilevamento cronometrico. Il tutto, per la cifra di ben 6€, comprensiva di pacco gara, che sbeffeggia alla grande quelli che si nascondono dietro scusanti legate ad oboli da pagare alla federazione o costi per il cronometraggio.

Il meteo è incerto, come da previsioni. Arrivo al ritiro pettorali con Francesca e siamo nel mezzo di un acquazzone torrenziale, ritiriamo la nostra busta e ci rifiondiamo subito in macchina al caldo. Visto il freddo e la pioggia, la voglia di mettersi in svolazzini e canotta ed uscire a prendersi il diluvio è azzerata. Mezz’ora prima del via, nel momento in cui è ora di iniziare il riscaldamento, smette improvvisamente di piovere. Per circa 30 minuti siamo graziati a livello climatico e riusciamo a scaldarci senza patemi, ma pochi istanti prima della partenza, l’acqua torna a farci compagnia.

Perdo tempo ad appostarmi nel gruppo causa passaggio ad imbuto obbligato dal tappeto, e mi posizione oltre la metà del gruppo, inoltre, come mi era già capitato alla recente non competitiva di Sant’Agata Bolognese, mi accorgo che il Garmin si è nuovamente bloccato e necessità di un reset. Ovviamente arriva il colpo di pistola prima che i satelliti riescano ad agganciare il segnale, ma riesco a premere comunque il pulsante start, per usarlo come cronometro.

Situazione quindi nuova per me: impossibile affidarsi al passo sul display, e necessità di correre a sensazione facendo dei check chilometrici, sperando nel corretto posizionamento dei cartelli. Il primo chilometro mi sembra decisamente più corto, tant’è che il primo check segna 3.35 sul Garmin, abbastanza irreale! I passaggi successivi appaiono invece corretti (il GPS ha ormai agganciato stabilmente il segnale ed ho una certezza in più) ed il mio passo costante (3.57 4.01 4.01 4.01). Ho superato la metà della gara e la corsa con riguardo più alla respirazione che al display dell’orologio, mi ha restituito una sensazione di minor fatica. In aggiunta (finalmente) questa gara è una delle poche 10Km che non si snoda su un percorso da 5Km a circuito, che mentalmente ho sempre trovato difficile da affrontare. Infatti ai km 6 e 7 proseguo senza apparente difficoltà, se non fosse per lo scoramento di due cartelli palesemente fuori posto che mi restituiscono passaggi in 4.28 e 4.40, a fronte di un passo medio sul Garmin sempre costante sui 4′.

Un po’ deluso, affronto il Km 8 che risulta poi essere più corto (800 metri) e recupera la distanza accumulata in eccesso precedentemente. Ritorna la possibilità di essere ancora in linea per restare sotto i 40′, mentre sento, proprio durante il penultimo chilometro, i primi cenni di fatica. Stringo i denti, manca veramente poco prima di raggiungere il traguardo: ultime 3 curve, il cronometro dice 39.48, spingo lanciandomi verso l’arrivo e fermo il cronometro, esausto. Tempo di rifiatare ed alzare il braccio per leggere un 39.59 che è il tanto atteso risultato che speravo di ottenere! Ho patito tanto nell’ultimo anno per ottenerlo, ma era veramente solo questione di trovare giornata e percorso ideali, perchè comunque muscolarmente ho assorbito bene la gara e la FC media (152bpm) è lontana dai valori ottenuti in gare simili. Forse anche grazie all’approccio più sulla sensazione?

Finalmente so di aver ottenuto un traguardo in cui credevo e per il quale mi sono allenato tanto, nonostante la presenza degli immancabili dubbiosi che sollevano questioni su misurazione del percorso/altimetria in discesa/presenza di real time e chi più ne ha più ne metta. Probabilmente partecipando con una bicicletta ci sarebbero meno dubbi sull’autenticità del crono di una gara. Ma è così che gira il mondo, basta guardare avanti…

Ora spazio alle gare serali e veloci, con nessun obiettivo particolare se non quello di divertirmi e andar forte.

Qui la traccia

Santander Mezza Maratona di Torino, 17 Aprile 2016

Concludere la prima parte del 2016 con sole due mezze maratone all’attivo (Terre Verdiane e Ferrara) mi sembrava un bottino insufficiente e così, incrociando weekend liberi e calendario delle gare disponibili, la scelta è ricaduta su Torino. Tante le motivazioni che mi hanno spinto su questa manifestazione: correre in una città che mi piace, dove non avevo mai gareggiato e soprattutto con un percorso che una volta tanto non prevede chilometri su chilometri in mezzo al nulla, ma si snoda interamente nel centro città.

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Dal lato della preparazione, la decisione di aggiungere un’altra 21 è arrivata in modo talmente improvviso che… non mi sono assolutamente allenato in quest’ottica. L’ultimo “lungo” nelle gambe è proprio quello della gara di Ferrara, un mese prima, con all’attivo solo qualche sessione di ripetute e un paio di gare brevi e veloci. Nonostante questo, mi sono iscritto con la fiducia di poter provare un ultimo attacco stagionale al tempo. Quello che invece non avevo preventivato è stato l’ennesimo test sotto sforzo dall’esito negativo, questa volta non ad una visita agonistica ma ad un mio spontaneo controllo periodico, a soli 2 giorni dalla gara.

Queste premesse mi portano in griglia di partenza (per la prima volta sono inserito nel gruppo più veloce, quello dei <90′) con sensazioni molto contrastanti. La testa non c’è, ma cerco di scacciare i pensieri, anche se pensare a 21Km da correre con questo approccio mi sembra da subito un’impresa enorme.

p2017400922-5Si parte. Noncurante di tutto, cerco di concentrarmi sul cronometro. Ci dirigiamo verso Piazza Castello e poi in discesa verso il Po. Complice la pendenza a favore e il poco traffico, riesco ad andare ad un ottimo passo (4.08), illudendomi che sia la giornata magica per il tempo. Il primo giro mi serve come studio (la gara prevede un circuito pressoché simile da percorrere 2 volte), e sorpassato il primo ponte affronto (di già?) un primo tratto di salita. Complessità che si ripropone subito dopo con il secondo ponte (Km 5) e nel Parco del Valentino, dove al Km 7 è prevista la salita più ripida della giornata, con tanto di simpatico giro di boa in “cima”. Nonostante questi rallentamenti, mantengo comunque un passo complessivo di 4.13, che mi proietta comunque ad un sub 90′ che sarebbe un ottimo traguardo. Ma al Km 9, come se le difficoltà precedenti non fossero sufficienti, si palesa il tratto peggiore del percorso: il chilometro in discesa fatto in partenza è ora da ripetere in senso contrario, e mi accorgo inoltre che il fondo in sampietrini non aiuta di certo (chissà perché in discesa sembrava tutto così facile, solo 30 minuti prima!). Cedo parzialmente (4.27) e rimando la bandiera bianca solo grazie al fatto che ci sia un nuovo transito in centro, così tra pubblico e ristoro riesco a mantenere un passo ancora sufficientemente buono.

Terminato il primo giro (alla media di 4.15) è però anche l’occasione per fare un punto della situazione. La voglia di far fatica è ai minimi, mi sembra di essere al Km 30 di una Maratona, e per di più non mi è mai successo di trovarmi in questa situazione a metà di una Mezza Maratona (forse, solo in parte, capitò a Bologna 2015). Faccio pace con me stesso e decido di andare avanti a sensazione, badando solo alla respirazione. In realtà fino al Km 13 vado comunque intorno al 4.20, e fino al Km 17 transito al Valentino poco più lento (4.30-4.32). E’ proprio quando penso di aver trovato l’equilibrio che mi può portare agevolmente fino al traguardo che si ripropone la doppietta salita del Parco (4.56) + Via Po (4.45), che percorro rallentando vistosamente, cercando solo di fare meno fatica possibile, con un occhio ai numerosi fotografi presenti a Torino.

Mai come oggi ho sognato di raggiungere il traguardo, e dirigendomi verso Piazza San Carlo noto anche che tra turisti e torinesi, sono veramente tante le persone accorse a vedere l’arrivo. Un richiamo a destra ed uno a sinistra, arriva l’applauso e finalmente posso andare a prendere la medaglia di giornata, che in questa occasione posso proprio dire di essermi guadagnato con fatica, nonostante il crono infausto (1.34.00).

Qui la traccia e, a seguire, l’ottimo servizio fotografico, tra i migliori che mi siano capitati