10.5Km alla Mezza di Gallarate, 23 Ottobre 2016

Finalmente una nuova mezza maratona ad un passo da casa, che non fa mai male. Gara proposta dall’Atletica Casorate, società già ben rodata sotto l’aspetto organizzativo dopo le numerose esperienze tra Giro del Varesotto e altre competizioni su svariate distanze.

Oggi, per la prima volta nella mia breve carriera di podista, mi cimento nella distanza corta inserita all’interno della gara principale. Il calendario autunnale pieno di alternative mi ha messo di fronte alla scelta tra questa new entry e la Mezza di Calderara del 30 Ottobre, che alla fine ha prevalso in quanto all’analisi del percorso mi è sembrata più veloce rispetto a Gallarate.

Ho optato quindi alla distanza breve da 10.5Km, dichiarata come mini Maratona (1/4 di distanza). Dopo un breve riscaldamento con Paolo, mi piazzo in griglia in posizione abbastanza avanzata, tra gli 800 iscritti alla mezza. Il primo chilometro è molto scorrevole, in discesa, e dopo un paio di curve dolci immette il gruppo su viale molto ampio: problema imbottigliamento al via affrontato in modo perfetto dall’organizzazione.

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Preso dall’euforia del via e dalla pendenza favorevole, faccio il primo chilometro a 3.49, tant’è che dopo 1000 metri riesco ancora a vedere l’amico Andrea (che arriverà primo al traguardo un’ora più tardi) in testa al plotone. Ovviamente non posso permettermi questo ritmo per 10Km, quindi mi accodo ad un gruppetto restando intorno ai 4’/Km, fino al Km 4 quando, raggiunto il centro di Gallarate, le due corse si dividono.

Come ovviamente avevo previsto, mi ritrovo a correre in solitatia dopo il bivio. In concomitanza di una gara più importante sono poche le persone che dirottano sulla gara di contorno, e mi trovo circa in 10^ posizione. 5° e 6° chilometro presentano un primo accenno di pendenza sfavorevole, in aggiunta alla parte più tortuosa del percorso. Alzo leggermente il ritmo intorno ai 4.10, mantenendomi complessivamente in una media poco sopra i 4′, anche se il riscontro con i cartelli chilometrici non è sempre puntuale e quindi mi lascia un po’ di indecisione sul passo reale, che comunque oggi ha valenza relativa.

Affronto il punto più critico di giornata, quello che probabilmente mi ha fatto decidere di dirottare le mie aspettative sulla 21 di Calderara di Reno: arrivati nel quartiere Moriggia, ci aspetta un rettilineo, di oltre un chilometro, in costante ascesa, con giro di boa alla fine. Percorrendolo, non invidio chi dovrà passare da qui dopo di me, precisamente tra il Km 16 e 18 della Mezza Maratona. “Scollino” tirando un sospiro di sollievo, e mi immetto negli ultimi 2.5Km di gara, dove riesco a riprendere bene il passo (4.04 al 9°, 4.03 al 10°), prima di improvvisarmi in un finale a rotta di collo, quando sento l’attacco arrivare alle spalle, per trovarmi così a correre gli ultimi 500 metri di gara a 3.45. E pensare che al passaggio al Km 10 (in 40.36) avevo rallentato per qualche metro, ritenendo concluso lo sforzo di giornata.

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Concludo poco oltre la 10^ posizione, con un tempo di 42.29.
La conferma, anche oggi, che anche sui 10 chilometri sono circa 5″/Km più lento rispetto ai miei tempi migliori, discrepanza che rilevo anche sulla distanza più lunga.

Ora testa su Calderara, per provare a tornare sotto i 90′.

Qui la traccia

Menzione particolare per Francesca che oggi, dopo diversi tentativi, e riuscita finalmente a concludere sotto le 2 ore!

Post gara di livello in palestra, con foto insieme al vincitore e al mitico Genny di Napoli

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Parkrun Milano #4, 15 Ottobre 2016

Oggi, più che un articolo su una gara a cui ho partecipato, voglio parlare di una splendida iniziativa messa in pratica da un gruppo di volontari da circa un mese: la Parkun di Milano Nord.

Il circuito Parkrun esiste da diversi anni a livello mondiale, in alcuni paesi si è moltiplicato come formula (la 10k di Regent’s Park a Londra a cui ho partecipato nel 2015 è uno di questi esempi) ed in Italia è di recente introduzione. La formula è semplice: tutti i sabati, alle 9 di mattina presso il Parco Nord, ci si trova tra appassionati per dare il via ad una gara di 5km, ognuno col proprio passo.

Non ci sono costi, ma solo servizi (e con i tempi che corrono, sembra essere veramente una iniziativa utopica): servizio cronometrico con tanto di registrazione della prestazione sul proprio profilo (valido a livello mondiale), foto, indicazioni sul percorso, apripista, tanta simpatia e molto tifo. In aggiunta, se lo si vuole, la logistica si appoggia su un vicino negozio di Running, che offre eventualmente servizio di deposito borse con armadietto e docce (calde), al costo di 3€.

Oggi era il 4° evento e nonostante la pioggia, il numero di partecipanti è stato in linea con le precedenti gare, ed in aumento rispetto a quella di 7 giorni prima.

Il percorso è composto da un anello di 2,5Km da percorrere 2 volte, e non è monotono: qualche cambio di fondo, una salitella breve, curve dolci.

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Al via, son partito fin troppo a razzo, cercando di fare l’andatura sul gruppo e girando poco sotto i 4′. Dopo circa 500m sento che siamo già rimasti in 3 (con una donna) e decido di non spingere ulteriormente. È tanto che non corro 5k a ritmi veloci, quindi non ho idea della mia tenuta. Dopo la salitella sento, senza voltarmi, che siamo rimasti in 2 e il mio “avversario” ha il respiro un po’ affannoso. Penso dentro di me: “forse questa volta non sei tu quello che cala da metà corsa in poi”, e accelero leggermente, prendendo qualche metro di vantaggio e transitando in testa a fine primo giro.

Purtroppo il percorso con le sue ampie curve non da modo di voltarsi per rendersi conto del distacco, e durante il secondo passaggio riesco a fare una verifica visiva solo a poco più di 1Km dall’arrivo, quando mi rendo conto che nel raggio di almeno 250m dietro me, non c’è nessuno. Rallento il passo, sorrido un po’. Il livello sarà quel che sarà, ma oggi mi godo io l’arrivo davanti a tutti 🙂

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Qui la traccia del percorso

Qui la classifica

Ulteriori informazioni su Parkrun, sul sito e sulla pagina Facebook

Una lodevole iniziativa, sicuramente tornerò altre volte al Parco Nord per partecipare di nuovo!

Pisa Half Marathon, 9 Ottobre 2016

La mia 26^ maratonina coincide con la seconda gara in Toscana, dopo la Maratona di Firenze 2014.

Competizione scelta in modo quasi casuale, tra le mille offerte di questo inizio autunno. La bella città (che da un po’non visitavo), la logistica non impossibile ed il percorso sulla carta veloce sono stati ottimi incentivi per l’iscrizione.

Arrivo alla gara con tanti punti di domanda, derivanti soprattutto dal trend prestazionale cambiato ormai da 6 mesi e dal recente flop di Bologna. Ho però una convinzione, quella di potermela giocare intorno all’1h30. So che sarebbe un salto all’indietro di 18 mesi, ma nella mia situazione significherebbe anche poter tornare a correre in tempi decenti.

Dopo un sabato passato tra ritiro pettorale e turismo, mi presento al Giardino Scotto con Francesca un’ora prima dello start. Non ci sono (purtroppo) griglie, quindi dopo il riscaldamento mi avvio con anticipo sulla linea di partenza.

I primi 3Km sono i più tortuosi della gara: è un bene che siano all’inizio del percorso, infatti noto subito una certa difficoltà tra ponti, svolte secche nel centro storico e strettoie, rese ancora più complesse a causa del gruppo ancora compatto. Nonostante queste apparenti vicissitudini, il passo è ottimo, e giro sotto il target di giornata di 4.15/Km.
Lasciata alla spalle Piazza dei Miracoli, si imbocca l’infinito rettilineo che porta verso il mare: la particolarità di questo percorso è proprio in questa sezione di gara, che prevede 14Km di strada dritta, intervallata solo da due curve ampie.

Fin da quando ho visualizzato la prima volta il tracciato, mi sono detto: “qui, vado a nozze!”. Ho sempre reso bene sui rettilinei infiniti, dove inserisco il pilota automatico e le gambe vanno da sole. È indubbio che la regolarità sia una delle cose che mi riesce meglio.

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Dopo un leggero sottopasso mi trovo a ridosso del gruppo dei Pacer che, ovviamente, sta andando più veloce del previsto. Resto con loro fino all’ingresso del Parco San Rossore, e approfitto dello spugnaggio al chilometro 8 per lasciarmeli alle spalle. Grazie alle indicazioni ricevute prima della gara mi piazzo al centro della sede stradale per evitare le deformazioni dell’asfalto ai lati. Sono al chilometro 10, le gambe girano molto bene e sono circa 15″ sotto l’obiettivo. I Pacer alle mie spalle si sentono in lontananza. Dopo 6 mesi non mi sembra nemmeno vero, eppure forse è la volta buona: riuscirò a concludere una gara con un tempo decente, senza andare in crisi dopo 13-14Km?

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Entusiasta dalla situazione, mantengo il mio passo costante fino al terzo ristoro del Km 15, quando i primi cambi di direzione tornano a rompere la piacevole monotonia dei rettilinei. I chilometri 16-17-18 si riaffacciano per 2 volte sui ponti, il passo si alza leggermente (4.19) e il gruppo dei Pacer mi raggiunge. Provo a stare con loro per un po’, ma faccio fatica, nonostante alcuni dei “runner col palloncino” provino a spronarmi in tutti i modi. Sensazioni contrastanti dopo il secondo passaggio nei pressi della torre pendente più famosa del mondo: stanchezza, ma anche soddisfazione per essere in linea con l’obiettivo, seppur con qualche secondo in più. Al cartello del km 20 passo in 1.25.10, per qualche metro penso pure ad accelerare il passo per agguantare il 90′, ma mi rendo subito conto da un check visivo che l’ultimo chilometro è più lungo dei 1100 segnati dai cartelli.

Raggiungo il 21°Km sul ponte finale, giusto in posa per il fotografo, con il Garmin indica 21.1 esattamente sulla linea di partenza. Da questo punto si entra nel Giardino Scotto e sul tappeto blu che accompagna fino al traguardo.

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Il posizionamento degli ultimi cartelli mi ha fatto sbagliare la previsione di circa 30 secondi, ma non sarei comunque sceso sotto il muro dell’ora e trenta. Il cronometro recita 1.30.48, che diventerà 1.30.40 con il real time ufficiale.

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Qualche pensiero sull’organizzazione: la gara è secondo me da ripetere, un bel percorso, veloce e con tutto il necessario. La logistica al parco è valida, anche se restano da migliorare alcuni aspetti, come l’ingresso ad imbuto per deposito borse/ritiro pettorali/docce. Ristoro finale nel complesso ottimo (anche se quello subito dopo la linea d’arrivo è stato svuotato in un amen). Docce fredde e poche, senza distinzione uomini/donne. Qualche pecca, ma nel giudizio complessivo comunque mi ritengo soddisfatto, grazie anche alla fantastica ospitalità toscana! Ottima iniziativa quella di regalare subito qualche scatto gratuito subito un paio d’ore dopo la fine della gara.

Qui la traccia