La mia 26^ maratonina coincide con la seconda gara in Toscana, dopo la Maratona di Firenze 2014.
Competizione scelta in modo quasi casuale, tra le mille offerte di questo inizio autunno. La bella città (che da un po’non visitavo), la logistica non impossibile ed il percorso sulla carta veloce sono stati ottimi incentivi per l’iscrizione.
Arrivo alla gara con tanti punti di domanda, derivanti soprattutto dal trend prestazionale cambiato ormai da 6 mesi e dal recente flop di Bologna. Ho però una convinzione, quella di potermela giocare intorno all’1h30. So che sarebbe un salto all’indietro di 18 mesi, ma nella mia situazione significherebbe anche poter tornare a correre in tempi decenti.
Dopo un sabato passato tra ritiro pettorale e turismo, mi presento al Giardino Scotto con Francesca un’ora prima dello start. Non ci sono (purtroppo) griglie, quindi dopo il riscaldamento mi avvio con anticipo sulla linea di partenza.
I primi 3Km sono i più tortuosi della gara: è un bene che siano all’inizio del percorso, infatti noto subito una certa difficoltà tra ponti, svolte secche nel centro storico e strettoie, rese ancora più complesse a causa del gruppo ancora compatto. Nonostante queste apparenti vicissitudini, il passo è ottimo, e giro sotto il target di giornata di 4.15/Km.
Lasciata alla spalle Piazza dei Miracoli, si imbocca l’infinito rettilineo che porta verso il mare: la particolarità di questo percorso è proprio in questa sezione di gara, che prevede 14Km di strada dritta, intervallata solo da due curve ampie.
Fin da quando ho visualizzato la prima volta il tracciato, mi sono detto: “qui, vado a nozze!”. Ho sempre reso bene sui rettilinei infiniti, dove inserisco il pilota automatico e le gambe vanno da sole. È indubbio che la regolarità sia una delle cose che mi riesce meglio.
Dopo un leggero sottopasso mi trovo a ridosso del gruppo dei Pacer che, ovviamente, sta andando più veloce del previsto. Resto con loro fino all’ingresso del Parco San Rossore, e approfitto dello spugnaggio al chilometro 8 per lasciarmeli alle spalle. Grazie alle indicazioni ricevute prima della gara mi piazzo al centro della sede stradale per evitare le deformazioni dell’asfalto ai lati. Sono al chilometro 10, le gambe girano molto bene e sono circa 15″ sotto l’obiettivo. I Pacer alle mie spalle si sentono in lontananza. Dopo 6 mesi non mi sembra nemmeno vero, eppure forse è la volta buona: riuscirò a concludere una gara con un tempo decente, senza andare in crisi dopo 13-14Km?
Entusiasta dalla situazione, mantengo il mio passo costante fino al terzo ristoro del Km 15, quando i primi cambi di direzione tornano a rompere la piacevole monotonia dei rettilinei. I chilometri 16-17-18 si riaffacciano per 2 volte sui ponti, il passo si alza leggermente (4.19) e il gruppo dei Pacer mi raggiunge. Provo a stare con loro per un po’, ma faccio fatica, nonostante alcuni dei “runner col palloncino” provino a spronarmi in tutti i modi. Sensazioni contrastanti dopo il secondo passaggio nei pressi della torre pendente più famosa del mondo: stanchezza, ma anche soddisfazione per essere in linea con l’obiettivo, seppur con qualche secondo in più. Al cartello del km 20 passo in 1.25.10, per qualche metro penso pure ad accelerare il passo per agguantare il 90′, ma mi rendo subito conto da un check visivo che l’ultimo chilometro è più lungo dei 1100 segnati dai cartelli.
Raggiungo il 21°Km sul ponte finale, giusto in posa per il fotografo, con il Garmin indica 21.1 esattamente sulla linea di partenza. Da questo punto si entra nel Giardino Scotto e sul tappeto blu che accompagna fino al traguardo.
Il posizionamento degli ultimi cartelli mi ha fatto sbagliare la previsione di circa 30 secondi, ma non sarei comunque sceso sotto il muro dell’ora e trenta. Il cronometro recita 1.30.48, che diventerà 1.30.40 con il real time ufficiale.
Qualche pensiero sull’organizzazione: la gara è secondo me da ripetere, un bel percorso, veloce e con tutto il necessario. La logistica al parco è valida, anche se restano da migliorare alcuni aspetti, come l’ingresso ad imbuto per deposito borse/ritiro pettorali/docce. Ristoro finale nel complesso ottimo (anche se quello subito dopo la linea d’arrivo è stato svuotato in un amen). Docce fredde e poche, senza distinzione uomini/donne. Qualche pecca, ma nel giudizio complessivo comunque mi ritengo soddisfatto, grazie anche alla fantastica ospitalità toscana! Ottima iniziativa quella di regalare subito qualche scatto gratuito subito un paio d’ore dopo la fine della gara.
Qui la traccia
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