85^ Cinque Mulini, 22 Gennaio 2017

Il mio 2017 è iniziato in modo decisamente negativo. Anzi, a dirla tutta, è già da fine 2016 che non va poi così bene. L’ultima mezza autunnale a Pontelagoscuro aveva lasciato strascichi sia a livello di stanchezza che di dolori. Un periodo di costruzione fatto di tanti lenti sembrava aver etichettato velocemente la situazione come un classico momento di scarsa forma, ma ai primi accenni di spinta (Sant’Agata Bolognese a Santo Stefano, con 8k a 4.15 di media) la situazione si è ripresentata puntuale. Non è bastata la rinuncia (con grosso rammarico) al Cross del Campaccio per rifiatare, perché anche la Maratonina d’Inverno del 15 Gennaio a Ferrara è stata abbastanza deludente. Non è stato tanto l’esito finale (1h34 ma con una gara approcciata in modalità allenamento con 4×4000 all’interno), quanto il faticoso recupero: a 4 giorni di distanza le gambe erano ancora appesantite e doloranti, e dopo un piccolo tentativo di qualità giovedì scorso, mi sono ritrovato a correre un lento sabato mattina in una condizione pietosa. Correre fuori forma ci sta, ma farlo con dolori, è frustrante.

Con queste premesse (e con un antinfiammatorio in corpo) mi sono presentato al via della Cinque Mulini. Dopo l’edizione 2016, e dopo aver già saltato il Campaccio, non sono riuscito a dire di no. Il Cross di Cesano Maderno dell’8 Gennaio mi aveva già dato un parametro di valutazione della forma attuale, quindi le aspettative erano abbastanza basse.

Percorso confermato, con la partenza nella splendida cornice dello stadio del Cross di San Vittore, giro di campo tutti insieme (268 persone al via, in netto aumento) e poi via verso il resto del percorso. Il primo Km è ovviamente veloce (4.11), e già dopo 1500 metri mi rendo conto di aver praticamente finito la benzina. Cerco di non pensarci, non mi metto ansia perché tanto non ho obiettivi, e affronto la parte centrale del percorso (la più divertente) scacciando i pensieri.

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Finisco il primo giro in 12.30, ben lontano dal primo giro 2015 chiuso in 11.59. Nel secondo giro le sensazioni non migliorano, vago nei campi andando a 4.30, talvolta sorpassando qualcuno che è partito in modo scriteriato, talvolta facendomi invece sorpassare da gente improbabile che in condizioni normali non vedrei nemmeno al via. E nella parte di percorso con i Mulini che mi si accende di nuovo la miccia, ed inaspettatamente trovo un finale in crescendo, puntando diverse persone e sorpassandole nello stadio.

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Grazie all’ultimo km in progressione, riesco a rendere la prova appena sufficiente, chiudendo il secondo giro praticamente allo stesso passo del primo (12.30/12.34). Lo scorso anno il giro finale fu in 12.27. Se non altro, magra consolazione, dopo aver corso diversi cross ho imparato a gestire meglio la gara, evitando i crolli verticali patiti nelle prime partecipazioni alle campestri.

Ora è necessario fare un passo indietro ed evitare di buttarmi inutilmente in mille gare come mio solito. La mia FC è alta, i tempi pure. Continuare a confrontarmi con il cronometro rischia solamente di peggiorare la situazione a livello mentale.

Un ringraziamento a Andocorri e Alessandro Marcandalli per le foto