La mia strada verso il pieno recupero vede una tappa cruciale in quel di San Donato Milanese: terza 10km in fila nel giro di 6 settimane, lontano dai tempi in cui fare una gara su questa distanza era un evento più unico che raro.
Nelle ultime settimane la forma sta pian piano crescendo, segno che i problemi sono alle spalle e gli allenamenti cominciano a dare i risultati sperati. Mi presento a questo nuovo test abbastanza motivato, con l’obiettivo dei 41′ dichiarato, strizzando l’occhiolino ad un tempo migliore.
Il meteo è incerto fino all’ultimo, tant’è che entro nel palazzetto a cambiarmi mentre sta spiovendo, ed opto quindi per correre con canotta e svolazzini. Il punto è che, una volta consegnata la borsa ed uscito in strada per il riscaldamento, la pioggia in realtà non è del tutto cessata, anzi ne è pure aumentata l’intensità. Rassegnato ad una gara sotto l’acqua e senza cappello (che rende più fastidioso correre con gli occhiali), faccio i miei 3Km di riscaldamento insieme a Luca (che rivedo piacevolmente dopo Bologna 2016), Pippotek (visto l’ultima volta alla Biella-Oropa) e agli altri di Running Forum.
Imposto sul Garmin la previsione di gara, inserendo come distanza 10.1, per coprire la discrepanza del GPS e l’arretramento dello start (dovuto all’omologazione FIDAL della gara). Puntuali alle 9.45, si parte.
Il percorso è sulla carta uno dei migliori che si possa chiedere per una 10 chilometri, ed in parte mi ricorda quello di Granarolo Emilia: lunghi ed ampi rettilinei, pendenze tendenti allo zero, poche curve. Parto molto forte, sfruttando la sede stradale veramente agevole, e tagliando all’interno di ogni pozzanghera in modalità “aliscafo”. I primi 3Km sono in 3.58 4.02 4.01, e il “lap” arriva sempre dopo i cartelli, quindi in pratica passo ai primi 3000 in 11.58. Forse sono fin troppo veloce, ma al 4° chilometro capita qualcosa che non avevo preventivato: torna la sensazione di stomaco chiuso, già provata in diverse situazioni, che mi capita quando mangio e poi corro in zona soglia. Devo rallentare per gestire il fastidio, perchè manca ancora troppo per sperare di convivere con il dolore fino alla fine. Maledico il tentativo di colazione di 3 ore prima, alzo l’acceleratore e faccio un Km a 4.08 ma, a differenza delle altre occasioni, il dolore non accenna a placarsi. Anche il 5° Km, con il passaggio dal gonfiabile di partenza, è lento a 4.11 e l’unica cosa che mi rincuora temporaneamente è l’allenatore della terza donna (appaiata a me) che scandisce un “20.15 a metà gara”.
Cerco mentalmente di riproporre le sensazioni di 20 minuti prima, ripercorrendo il lungo viale del Km 6, ma non mi schiodo dal 4.10, che addirittura ripeto in fotocopia nei due passaggi successivi. La previsione di fine gara recita un impetuoso 41.40, più alto del tempo di Parabiago di 3 settimane prima, e per un attimo mi faccio prendere dallo sconforto. Raggiunto dai compagni di giornata del Forum, cerco in loro un’ultima possibilità di rilancio, ma non c’è verso di accelerare. La nota positiva è l’effettiva distanza anticipata dei cartelli chilometrici, che da un rapido calcolo significa togliere circa 30″ rispetto a quanto previsto dal display del Garmin.
Si entra nel parco, ultimi 200 metri in pista: non ho nemmeno troppa voglia di sprintare, respingo Tytanico che sta facendo il personale e cerca di trascinarmi, arrivo al traguardo e fermo il Garmin: 41.08 il tempo di giornata, nemmeno troppo lontano dal minimo sindacale del 41′. Obiettivamente, considerato che ho corso al 100% solo per 3Km, non è un risultato da buttar via, ma resta il rammarico di non aver raccolto completamente quello che potevo raggiungere.
Non mi fascio troppo la testa, fossi stato a lottare con il PB sarebbe stato sicuramente peggio. Nel frattempo, proseguo con gli allenamenti, in vista delle prossime gare.
Qui la traccia