Quarta partecipazione a quella che considero una delle gare più belle del panorama bolognese. Manifestazione che ha segnato il mio debutto agonistico nel lontano 2012, e che mi ha visto presente anche nelle edizioni 2013 e 2015.
Visti i diversi articoli già presenti sul blog, non sto a dilungarmi molto sulla tipologia del percorso, unico nel suo genere. Mi presento alla gara con l’obiettivo ambizioso di correre sul filo del tempo registrato nel 2015 (migliore ottenuto), dato che la conformazione non permette di avere un riferimento preciso sul passo da tenere. Prima di procedere con il riscaldamento in compagnia di Francesca, memorizzo i passaggi al Km 5 e al Km 10, rispettivamente in cima alla prima salita ed in coincidenza con l’inizio della discesa finale.
Il clima è ideale: l’abbassamento delle temperature di queste settimane garantisce temperatura perfetta per correre, mentre le piogge pesanti degli ultimi giorni regalano una tregua proprio per la mattina della gara: canotta e svolazzini, e il problema vestiario è superato senza troppi intoppi.
Al via della gara competitiva ci sono circa 200 persone. Puntuale alle 9 arriva lo sparo, che introduce il gruppo nel primo chilometro di gara che, lento ed inesorabile, comincia ad incrementare il saldo del dislivello positivo di giornata. Parto abbastanza cauto rispetto al passato, affrontando la salita con un occhio al cardiofrequenzimetro e ascoltando la respirazione. Quando arriva il maledetto 5° chilometro la pendenza raggiunge il suo massimo di giornata, ma affronto questo punto del percorso sapendo che a breve ci sarà il tempo per rifiatare. Transito al primo intertempo di giornata con 13″ di ritardo rispetto al tempo migliore, ma le sensazioni sono buone.
La fase successiva prevede un’alternanza perfetta di saliscendi, interrotti parzialmente da un tratto di circa 800m da correre tra erba e sterrato. Ricordo in passato di aver patito particolarmente l’ultima salita dura di giornata, quella del Km 8, dove il passo medio fu peggiore di quello registrato al Km 5. E anche qui confermo invece il buono stato, chiudendo l’ultima ascesa meglio del previsto. Si rifiata per un paio di km, sempre con profilo altimetrico ondulato, prima di dirigersi verso l’ottovolante finale, che prevede il recupero di tutti i metri di ascesa, con il dislivello negativo concentrato in soli 3000 metri.
Dopo essere transitato al Km 10 con pochi secondi di margine rispetto all’obiettivo, mi appresto ad attaccare la discesa più divertente che io conosca. Ricordo in precedenza di aver corso intorno al 4′ questo tratto di strada, ma questa volta sono più “fresco” ed ho la possibilità di spingere. Lo sento subito dai primi metri con pendenza a favore: non è la discesa a trasportarmi, ma sono io che la affronto, acquisendo fiducia metro dopo metro. Il Garmin conferma: 3.52 e 3.49 per i primi km 11 e 12. Dopo un piccolo imprevisto (la scarpa slacciata mi costringe ad una difficoltosa sosta per l’allacciatura), vengo riagganciato dalla donna in 5^ posizione, sulla quale avevo preso qualche metro. Il Km 13 è quello con il dislivello negativo più accentuato (-10% la pendenza media). e presenta diversi tornanti per ridurne l’impatto. Riesco a chiudere anche questo passaggio in 3.47, prima di dirigermi verso il centro paese.
Gli ultimi 1800 metri sono abbastanza difficili a Vergato, perchè senza la spinta del dislivello ti senti improvvisamente piantato. La compagna del finale di gara mi precede nel tratto del parco con il ponte che attraversa il Reno, faccio un chilometro a 4.20, quando la affianco nuovamente e le do il cambio. Un rapido calcolo mentale mi dice che con un passo di 4.30 sarei circa sul tempo della migliore prestazione, e non mi rendo conto di un andatura invece ancora brillante e ben più veloce (4.05). Ultima curva a sinistra, leggera salita verso la splendida Piazza dei Capitani e traguardo. Finisco in 1.10.43, quasi 50 secondi meglio del 2015, stanco ma molto soddisfatto.
Encomiabile come sempre l’organizzazione della gara, la LumegAltoreno, con l’aggiunta di Claudio Bernagozzi, ha gestito benissimo tutto, dal ristoro alla consegna dei pettorali e dei pacchi gara, fino allo speakeraggio divertente ed efficace. Una gara che non mi stancherò mai di ripetere, sapendo bene che non riuscirò per sempre a migliorarmi a livello cronometrico.
Qui la traccia