Lichtenauer Wasserlauf, Berlino 17 Giugno 2017

Cosa c’è di meglio di una gara podistica nel mezzo di un weekend di vacanza?
Se aggiungiamo il fatto che in questo momento la forma è al top, e la distanza prevista di 5Km si abbina perfettamente agli allenamenti del periodo, il gioco è fatto.

Dopo aver prenotato, in Aprile, un weekend di 4 giorni a Berlino, ho cercato su internet per capire se c’era qualche possibilità di gareggiare in terra tedesca. Dopo una vana ricerca su eventuali ParkRun, ho scoperto questa competizione giunta alla 12^ edizione, che prevede due distanze (5km e  10km). Decido per quella più corta, che è quella per cui mi sento più preparato in queste settimane.

La location è invitante: si corre quasi interamente lungo la Sprea, con due passaggi previsti sui ponti e lo sfondo del Bundestag e del bel edificio della Cancelleria Federale.
Dopo un breve riscaldamento, corso in parte a fianco della mini Run di Lara, mi posiziono al via. I partecipanti sono poco meno di 300, in linea con i numeri delle recenti gare del Giro del Varesotto, ma so già che il livello sarà decisamente più basso, dopo aver letto le classifiche dell’edizione precedente. Punto a piazzarmi nei primi 20 posti, con un occhio di riguardo al podio di categoria M35.

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Alle 10.30, sotto un cielo coperto ed un fastidioso vento (13° la temperatura), si parte.
Fin dai primi metri lo slancio deciso di un paio di atleti, mi fanno capire che è forse meglio controllare il ritmo per evitare di andare fuori giri in un amen.
Passo al  primo chilometro, mentre mi sfila (anzi, mi svernicia letteralmente) la prima donna del gruppo. Mi trovo in quinta posizione, con i 4 davanti a me che hanno un passo sicuramente troppo rapido per le mie gambe. Nonostante i propositi, e correndo senza guardare l’orologio, il primo riepilogo del Garmin recita 3.37, insieme a quella bella e rara sensazione in cui “le gambe vanno da sole senza spingere eccessivamente”.

Dopo una breve escursione in un parchetto, si ritorna lungo il fiume dove, purtroppo, anzichè restare a livello dell’acqua, dobbiamo percorrere una ascesa per salire ad altezza strada ed affrontare il primo ponte di giornata. Gestisco il dislivello e passo al 2° Km in 3.43. A metà percorso, arriva un altro imprevisto: dopo una svolta a sinistra dobbiamo fare 250 metri su erba, con terreno poco regolare, in un tratto dove il vento comincia a soffiare in direzione contraria. Sfrutto la discesa al fiume per reagire e tenere a 3.47.

Un rapido calcolo mi dice che ho circa una 15 di secondi da gestire rispetto al tempo di 4 giorni prima a Casorate, ma il quarto chilometro è quello della difficoltà: la strada è leggermente in salita, e un paio di cambi di direzione sembrano lasciare il segno su ritmo e fiato. Credo di essere vicino al tracollo, ma il GPS contiene questa sensazione, segnandomi 3.57. In questa fase perdo 3 posizioni, cerco di agganciarmi ad un atleta che da un rapido sguardo mi sembra proprio quello che mi sta “rubando la posizione di categoria”. Lo sfrutto per qualche metro, ma quando approcciamo l’ultimo ponte, a 400 metri dal traguardo, lo vedo sprintare senza la possibilità di reagire. Aumento comunque il passo, riuscendo a chiudere l’ultimo 1000 in 3.45.

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Taglio il traguardo in 18.48, la distanza totale è qualche metro (30 metri da Garmin) in meno ai 5Km dichiarati, ed ovviamente non avrò mai la controprova sulla misurazione. Sono 10 i secondi in meno di Casorate, con un passo medio che risulta praticamente lo stesso (3.48). Chiudo con una splendida 8^ posizione ed un inaspettato 1° posto di categoria M35 (proprio vero che i tedeschi portano male gli anni!).

Qui il percorso e qui la classifica finale.

Giro del Varesotto 2017

Ho ripetuto più volte, nei recenti articoli, che l’obiettivo principale di questa prima metà del 2017, fosse il Giro del Varesotto. Gli allenamenti degli ultimi mesi avevano dato indicazioni positive, con forma e risultati cronometrici sempre in crescendo. Dopo un 2016 poco esaltante sul lato della velocità (tutti i tempi registrati erano risultati più alti rispetto a quelli del 2015, migliore annata sul corto), la mia sfida personale era quella di abbassare i tempi di due 2 anni prima.

L’esordio, con la classica tappa di apertura a Besnate, è stato subito convincente: 19.17 (3.56), contro il 19.40 e il 19.28 delle edizioni precedenti. Percorso mosso, partenza fin troppo veloce (3.43 al 1°) e sensazione di avere margini di miglioramento, dato che nell’ultimo km ho fatto molta fatica, a seguito delle salite, ed ho perso alcuni secondi.

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Nella tappa successiva, a Quinzano, metto a segno un primo exploit: 20 minuti esatti su un percorso ricco di saliscendi, contro il 20.54 dell’anno precedente. Non avevo riferimento sul 2015 (corsa con Francesca), ma la sensazione è stata quella di aver fatto una prestazione oltre le aspettative.

Pecco forse di presunzione il martedì successivo, a Castelletto Ticino. Tappa ostica che forse non ho mai digerito bene, chiudo comunque in 21.11 (4.00) migliorando di 20″ il tempo migliore e di quasi un minuto rispetto all’edizione 2016. Finisco però dietro a persone che nelle prime tappe avevo tenuto a distanza.

Grazie alla sosta per la Festa della Repubblica, ho tempo per ricaricare le pile e prendere di petto il proseguo. Il 6 giugno è la volta di Somma Lombardo, dove all’ormai consueta partenza sprint (3.43) abbino una migliore gestione di gara e della salita di metà percorso, lasciando forze residue per l’impegnativo ultimo chilometro. Chiudo la tappa in 19.28 (precedente best a 19.49, 20.08 nel 2016).

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Con le salite alle spalle, la testa è libera per attaccare i due appuntamenti per velocisti. Cassano Magnago è stato un ritorno per il giro, ci avevo corso nel 2012 per la prima volta, tornandoci poi in un paio di occasioni, ogni volta però con percorso differente. Impossibile avere un riferimento ma, potendo questa volta affidarmi al GPS, cerco di giocarmela al massimo. Tengo i primi 2Km in fotocopia (3.49) per non strafare, da metà devo però andare in difesa, e riesco a registrare un ottimo tempo 19.16 (3.51) solo grazie ad un colpo di reni finale. E’ la migliore prestazione stagionale, ma anche la consapevolezza che il PB di 18.59 è ancora un po’ distante.

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Libero da questi pensieri, mi presento alla serata finale di Casorate Sempione senza pressione eccessiva. Il percorso è leggermente modificato, accorciato dai consueti 5.35Km a 5.05Km. Torno a partire forte (3.43) e gestisco in centro paese (3.49), prima di sfruttare il lungo rettilineo con pendenza a favore (3.42). Nel quarto chilometro riesco a limitare i danni sull’ultima salita (3.55), mentre negli ultimi 1000 tiro fuori tutto quello che rimane, un po’ come in occasione del PB del 2015, nella stessa gara. Ultimo km a 3.46, e crono ufficiale che dice 18.58, che tengo come tempo finale e nuovo personal best, anche se la distanza di gara era leggermente superiore ai 5.

Chiudo il circuito in 57^ posizione, 11° di categoria