Cross del Vallone, Cittiglio (VA) 14 Gennaio 2017

Dopo averlo sentito più volte nominare, sempre accompagnato da lodi e commenti positivi, finalmente quest’anno sono riuscito a correre il Cross del Vallone a Cittiglio, terza tappa del Circuito Monga.

Incassato il benestare del coach, che mi ha chiaramente indicato di non lesinare con i Cross in questa fase della preparazione, ho scelto di gareggiare a Cittiglio soprattutto perché la mia nuova società ha deciso di utilizzare questa campestre come prima prova del campionato sociale, e così, dopo alcune partecipazioni consecutive, quest’anno ho abbandonato il Cross di Cesano, tappa di debutto del Cross per tutti.

La location non delude: un’area di discrete dimensioni, senza un tratto pianeggiante e con un’ottima visibilità per il pubblico su tutto il percorso. Approfitto dell’orario tardo della mia batteria (ultima di giornata, alle 10.30) per fare un riscaldamento lungo mentre assisto, insieme ai compagni di squadra, alla prima gara in maglia verde-viola di Francesca, che riceve un caloroso benvenuto e tifo ad ogni passaggio.

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Al momento del via della terza gara, il sole ha riscaldato piacevolmente il percorso, tant’è che del leggero strato di ghiaccio presente al nostro arrivo, non è rimasto quasi nulla: temperatura ideale per correre. Come anticipato a Riccardo durante il riscaldamento, la tattica di gara è sempre la solita: divertirsi, e sentire la voglia di ritirarsi dopo 5 minuti di gara!

Al via cerco di non farmi sopraffare, come al solito, dalla voglia di tenere un ritmo insostenibile quindi, quasi con stupore, mi trovo a gestire il passo evitando sorpassi inutili che in questa fase significherebbero solamente spreco di energie. Sfrutto i tratti con pendenza a favore per allungare il passo e rifiatare, mentre gestisco nelle salite. Anche in questa gara il tifo non manca, ed é presente in diversi punti del percorso. Al termine del primo passaggio sono ovviamente già in debito di ossigeno, ma gestisco comunque bene l’azione di corsa e non vado in crisi. Incrocio più volte Antonio che si gioca le prime posizioni (4° posto al traguardo) e Giuseppe, sempre in grande spolvero. Riccardo ha deciso invece di giocare (fin troppo) conservativo, e mi sorpassa solo a metà gara. Curioso il siparietto con lo speaker che nell’occasione del passaggio racconta al microfono “Riccardo Luccherini ha passato Rossi Kostia, e sappiamo che non è facile”, riferendosi, alle vicende di 7 giorni prima al Campaccio.

La seconda metà di gara scorre senza particolari intoppi, tra qualche sorpasso ed un ritmo che resta bene o male invariato (chiuderò con 3 tornate molto simili tra loro come passo). Questa volta, a differenza di San Giorgio su Legnano, riesco a portare a casa nel finale una posizione in più, grazie allo sprint finale (in salita) negli ultimi 200 metri.

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Chiudo in 25.26, a 4.14 di passo medio. Non ho ovviamente riferimenti precedenti, ma ritengo di aver fatto un buon allenamento, considerata anche la settimana di particolare carico qualitativo e quantitativo. Piacevole il defaticante, prima con i forumendoli Anselmo e Antonio, e poi con il compagno Giuseppe. Ciliegina sulla torta, finalmente riesco anche a conoscere di persona Mapina di Running Forum.

Due pensieri conclusivi sulla mattinata di Cittiglio: il primo agli organizzatori, che hanno preparato un bel percorso, facendo attenzione ad ogni minimo particolare, dalla consegna pettorali fino al ristoro, passando per la piacevole sorpresa dei camini svedesi sparsi un po’ ovunque vicino al campo di gara, e utilissimi soprattutto nelle prime ore gelide (temperatura al nostro arrivo: -2°).

La seconda annotazione di giornata va alla mia nuova società Cardatletica: un gruppo affiatato, che si diverte e prende appieno il lato migliore della corsa. Io e Francesca siamo arrivati da pochi giorni, ma è come se lo fossimo da anni. I più rumorosi alle premiazioni, e con un terzo tempo assolutamente da riproporre.

Qui la traccia

Grazie per le foto ad Arturo Barbieri ed Omar Spoti (Soxj).

 

Cross del Campaccio, 6 Gennaio 2018

Come capitato spesso negli ultimi anni, il debutto agonistico non può che essere a San Giorgio su Legnano, il 6 gennaio. Diverse le novità di quest’anno, a partire dal debutto ufficiale con i nuovi colori della Cardatletica, anche se la canotta sociale aveva fatto la sua apparizione alla ParkRun di Tolosa 7 giorni prima.

Dopo il periodo di scarico che ha seguito la Maratonina di Busto, la mia preparazione ha ripreso subito ritmi elevati, con qualche campestre ed un paio di test abbastanza convincenti, come quelli della prima edizione del Trofeo Via Larga a Bologna e della classica di Santo Stefano a Sant’Agata Bolognese.

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L’obiettivo di giornata è quello di fare un buon allenamento, con un occhio al cronometro, cercando di migliorare la prestazione del 2016. Le gambe non sono in una situazione di freschezza, dopo la settimana di vacanze nel Sud della Francia, senza interruzione degli allenamenti, e il carico dei primi giorni dell’anno. Il meteo non è quello delle edizioni precedenti, dove il sole aveva riscaldato il prato ed pubblico di San Giorgio su Legnano: pioggia debole e clima molto umido rendono l’atmosfera che ci si aspetta a contorno di un cross.

Al via, parto a ritmo molto sostenuto, forse troppo, tant’è che dopo 500 metri sono sotto il 3.50 di passo medio. Considerati i precedenti e vista la lunghezza della gara, rallento il passo e cerco qualche riferimento conosciuto tra i concorrenti, che però fatico a trovare.

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Passo al primo giro con una discreta dose di stanchezza come bagaglio da trascinare per i 2 passaggi seguenti. La fase centrale di gara è quella della gestione, che durante i cross risulta essere particolarmente scarsa come esito: al salire della fatica le sensazioni peggiorano, e la consapevolezza di avere ancora una discreta quantità di strada da fare prima di completare il compito di giornata, incrementa in maniera esponenziale i brutti pensieri. Supero per la seconda volta il rettilineo della pista di atletica sotto le tribune, quando la campanella del giro finale sembra volermi risvegliare dal torpore degli ultimi minuti.

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Con le gambe decisamente stanche, cerco di tirare fuori quel poco che è rimasto: qualche sorpasso, nei confronti di chi è ancora più stanco di me, alza il morale. Affronto per l’ultima volta la zona delle salite (la più complessa del percorso), sentendo per l’ultima volta l’incitamento di Omar, Giuseppe e del sempre presente Alessandro, che non hanno mai fatto mancare il loro supporto durante tutti e 3 i passaggi. Un altro sorpasso a 600 metri dalla fine, prima di lanciare una volata d’altri tempi (finale a 3.36 per il GPS!) per conquistare l’ultima posizione di giornata, che non riesco a portare a casa per pochi centimetri, ma che mi regala un piacevole scambio di complimenti con l’avversario di fine gara. Chiudo la mia fatica in 24.58, con un terzo giro in progressione, che ha fatto dimenticare la piccola crisi dei chilometri centrali.

Qui la traccia

Ringrazio per le foto Alessandro Marcandalli e Antonio Capasso