Dopo due mesi di preparazione ininterrotta, è giunto il momento di effettuare un primo test sulla distanza. La mia prima mezza maratona del 2018 e a Treviglio: gara veloce e parecchio frequentata, che mancava ancora nel mio elenco.
Le ultime settimane hanno confermato uno stato di forma in grossa crescita, e le premesse per fare bene ci sono tutte. L’unica incognita di giornata è rappresentata dal clima, che prevede proprio per il giorno della gara, un brusco abbassamento delle temperature, accompagnato da forti raffiche di vento freddo, che è poi l’aspetto più problematico per chi corre. Già durante il viaggio in autostrada mi rendo conto che le previsioni non sono sbagliate, tant’è che si riesce a percepire il gelo anche solo nei 30 secondi di finestrino abbassato per pagare alla corsia Viacard. Ho già corso in passato lottando contro il vento, a Pieve di Cento nel 2017, ma la temperatura quel giorno era decisamente migliore.
Arrivato in zona, faccio un divertente riscaldamento con Andrea, Marco, Marco e Marcos. Rivedo con piacere, dopo parecchio tempo, anche il padrone di casa Alberto. Qualche allungo ed è ora di piazzarsi al via, dato che l’assenza di griglie di partenza obbliga a posizionarsi nelle prime file. Obiettivo di giornata è quello di giocarsela sul filo del PB di Gallarate, quindi pochi calcoli e 4.05 stampato in testa.
I primi metri sono piuttosto scorrevoli, nonostante qualche svolta di troppo, e non hanno impatti negativi sul ritmo di gara. Cerco di correre con scioltezza fin da subito, senza spendere energie inutili. Al primo check cronometrico (Km 4) passo più veloce del previsto (16.13) ma non sono per nulla preoccupato perché non sto forzando. Marcos mi affianca e mi fa notare il passo rapido, ma in quel momento più che al ritmo devo far caso alla mia asma, da sempre ai livelli massimi nelle giornate ventose. Ventolin, un km per riprendermi e poi riparto a spingere. Anche al Km 8 va tutto molto bene, passo identico ai primi 4km (16.12) e ottime sensazioni. Al Km 9 non mi faccio cogliere impreparato dall’ennesimo svarione del mio Garmin e “forzo” il lap manuale al cartello successivo, per ripristinare il passo corretto sul display, grazie alla fantastica app Garmin IQ Race Screen. Al tappeto del Km 10 Passo in 40.35, con un buon margine sul target di giornata.
Arrivato a metà gara sembra tutto perfetto: le gambe girano, ho già accumulato un piccolo tesoretto e, cosa più importante, fa freddo ma pare non ci siano le tanto temute raffiche di vento. Che sia la giornata buona per togliere 1′ al personale e portare a casa un sub 86′? Nei Km 11 e 12 rifiato per un attimo, anche perché l’asma oggi ha deciso di non darmi tregua. Tregua che invece termina per Eolo: svoltiamo al Km 13 e si comincia a faticare, con il passo che si alza inesorabilmente per i due km successivi (4.14 e 4.21). Un po’ di scoramento, brutti pensieri che cercano di farsi strada, ma al Km 15, cambiata la direzione di marcia, ho un sussulto: non c’è più vento e le gambe riprendono a girare, segno che la difficoltà è unicamente causata dagli agenti atmosferici. Ma la festa dura poco purtroppo, e dopo un Km a 4.07, si torna di nuovo a faticare, con il 16° Km a 4.10. È il momento peggiore: il tratto più esposto con le raffiche più forti. Purtroppo non ho la possibilità di correre in gruppo, il più vicino è irraggiungibile almeno 30 metri più in là. Tengo il pettorale con la mano, perché i colpi di vento spostano le calamite che ho usato per fissarlo. Più veloce di 4.20 non riesco andare, per un paio di volte mi do il cambio con un runner, ma quando lui è davanti, si va a 4.25 e lui stesso mi suggerisce di andare perché non ne ha.
Al Km 18 ho perso un minuto, dopo aver corso gli ultimi 3000 metri a 4.20. Il personal best non c’è più, e non c’è la possibilità di riacciuffarlo all’orizzonte. Ho freddo, alle mani, come alle gambe. A 3Km dal traguardo ho poco da chiedere ancora, alzo il passo e penso unicamente ad un posto al caldo. Arrivato in città faccio una debole accelerazione, ma il vento ha congelato anche lo stimolo per portare a casa un tempo sotto l’ora e 28, e chiudo in 1.28.08. Il momento più piacevole di giornata è la scoperta della distribuzione dei teli termici, subito dopo il traguardo.
Dal punto di vista cronometrico non posso essere soddisfatto, ma le sensazioni della prima metà di gara mi fanno intuire che la strada intrapresa sia quella giusta, e che tra 40 giorni sarò prontissimo per il vero obiettivo stagionale.
Qui la traccia