Come ogni anno a Maggio, arriva quello che per me è l’evento più atteso di tutta la stagione podistica. L’aria che si respira al Giro è diversa, le gare ravvicinate, il tempo di recupero risicato tra le tappe e le tantissime facce conosciute. Al Giro non si possono abbozzare tattiche, perché c’è solo da spingere al massimo per 20 minuti e nient’altro, perché in gara manca l’ossigeno per pensare.
Quest’anno sarà per me l’ottava partecipazione consecutiva considerato che, nell’anno del debutto, corsi solo 2 tappe perché volevo saggiare l’atmosfera della competizione. Il mio esordio fu a Cassano Magnago, che in questa edizione è stata casualmente spostata come tappa iniziale del circuito, a comporre in tutto e per tutto un back-to-back di quelli che si vedono nei film. Nel 2011 per un soffio, non portai a casa un ritmo medio sotto i 5’/Km, e ancora oggi mi resta un bel ricordo di quella serata.
La mia condizione, e quindi di conseguenza gli esiti cronometrici, saranno un rebus per questo mio ottavo Giro del Varesotto. Dopo Berlino mi sono dovuto fermare per l’infortunio che mi aveva accompagnato simpaticamente nell’ultimo mese di preparazione. L’edema alla cartilagine rotulea ha necessitato di qualche giorno di stop completo in più rispetto al previsto e la ripartenza è stata molto graduale, con settimane da 20-30Km. Si può dire che da questa settimana sto cominciando a tornare a pieno regime con gli allenamenti, tornando al consueto numero di uscite, di 5 su 7.
Ho fatto solo un paio di test (a Lonate e Busto Arsizio) prima di questa gara, con sensazioni alterne. La forma dovrebbe salire tappa dopo tappa: sarà difficile ripetere gli ottimi tempi dello scorso anno, ma ci proverò fino in fondo. Divertendomi come in quella sera del 7 Maggio 2011 a Cassano Magnago.