Memorial Cardinelli, Pontelagoscuro (FE) 25 Novembre 2018

Sicuramente 2 mesi fa non avrei assolutamente pensato di ritrovarmi al via di una Mezza Maratona al 25 di Novembre. Il mio programma prevedeva di trovarmi già con la testa vuota da obiettivi e ripetute, pensando esclusivamente a divertirmi con gli amati cross di fine autunno.

Invece, dopo la Maratonina di Busto Arsizio, si è deciso di sfruttare fino in fondo quella forma costruita giorno dopo giorno, in una preparazione iniziata ormai da 4 mesi, durante le vacanze estive. Trovandomi a Bologna per il weekend la scelta è quasi istantaneamente caduta su questa bella mezza maratona, già corsa nel 2016, che mi aveva positivamente impressionato per organizzazione ed un percorso tutto sommato veloce e adatto ad un ultimo tentativo cronometrico stagionale. L’ampio numero di premiazioni categoria è stato infine uno stimolo in più per iscrivermi alla gara.

Nonostante le previsioni meteo per tutta settimana dichiarassero una mattina con 8° e cielo sereno, nelle 24 ore precedenti la situazione è improvvisamente cambiata, al punto che per proteggermi dalla pioggia l’unica soluzione è stata quella di indossare un cappello rosa fluo (gentilmente prestato da Francesca), dato che non avevo portato altro con me da casa per l’evenienza. In aggiunta alla pioggia, anche un vento freddo, che mi ha spinto saggiamente ad indossare anche un sotto maglia, oltre a manicotti e guanti.
Il warm-up è lungo, data la bassa temperatura ho bisogno di qualche minuto in più per scaldarmi, e alle 9.30 sono nelle prime file in partenza.

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Al via cerco di impostare una tattica simile alle due gare di Correggio e Busto Arsizio, evitando però di fare passaggi troppo vicini al 4’/Km, per arrivare alla seconda metà più brillante rispetto ai precedenti tentativi. Si corre tutto sommato bene: nei primi 10Km, dove si passa prima nel Parco Urbano e poi a ridosso delle mura di Ferrara, più di una volta devo togliere il piede dall’acceleratore: controllo molto bene il passo e giro costantemente tra 4.03 e 4.07, transitando al cartello dei 10 in 40.46, in linea con quanto pianificato.

Le sensazioni sono buone e non mi sento per nulla affaticato. Gestire nella prima parte di gara mi ha portato ad essere decisamente più fresco rispetto alle ultime esperienze. Rinfrancato da questa situazione, riesco a trovare anche un buon gruppo di 4 persone che viaggia sul mio ritmo, e mi aiuta anche a stare più coperto in un tratto dove il vento si fa sentire particolarmente. Giro regolare fino al 15° Km, quando sono io ad allungare perchè nel gruppo un paio di persone sono in difficoltà. Dopo aver guadagnato qualche metro, recupera su di me anche il ragazzo che era più fresco di tutti, e allunga. Cerco di stargli dietro, ma sta andando in decisa progressione e non riesco a prendere il gancio. Arrivato al 16° ho circa una quarantina di secondi da difendere per essere in linea con il personale: so per certo di doverne perdere 20 nella salita all’argine del fiume, che tanto mi aveva fatto “male” due anni prima, gli altri invece me li devo conquistare tenendo il coltello fra i denti. Arriva il momento clou: seguendo perfettamente la lezione del coach (“tieni la cadenza ed accorcia il passo”) arrivo in cima senza patire troppo, e giro il 17° in 4.21. Devo adesso ripartire, rilancio l’azione puntando la seconda donna, circa 30 metri davanti a me, praticamente da 10km. Fatico ma non brillo, riuscendo solamente a fare un 4.11 al 18°. Mi accorgo nei due km successivi che la difficoltà dell’argine consiste nel fatto che non è assolutamente in piano, ma è una leggera e continua ascesa fino al Km 20. Il 19° è in 4.16, il 20° in 4.15. Il personale è sfumato, ma mi sono promesso di dare tutto quello che c’era fino al traguardo, anche perchè oggi ci si gioca un posto nelle premiazioni di categoria, ed anche un singolo sorpasso può essere importante. Dopo 5Km torno a girare a 4.07, ed il finale in paese è in continua spinta. Taglio il traguardo in 1.27.05, a 20 secondi dal personale, ma con la sensazione di aver dato tutto quello che c’era: gli ultimi 3Km sono stati veramente critici a livello muscolare e l’umidità a livelli massimi mi ha portato al limite dei crampi. Il piazzamento di categoria è soddisfacente (11° M40, quando prima della gara mi ero pronosticato una classifica intorno al 13-14°) ed il premio pure, che unito al pacco gara (asciugamano + cibo + medaglia) mi fanno tornare a casa decisamente contento della mattina passata sotto la pioggia.

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Ottima come sempre l’organizzazione, con l’unica pecca finale delle docce fredde a fine gara. Mancanza pienamente giustificata dal blackout capitato in tutta Pontelagoscuro a causa del maltempo, tant’è che una volta all’arrivo avevo notato l’assenza del gonfiabile che solo 1h30 prima era presente al via. Sicuramente una gara da rifare.

Qui la traccia

Maratonina di Busto Arsizio, 11 Novembre 2018

Sette. Con quest’anno sono 7 le edizioni consecutive in cui prendo parte alla Maratonina di Busto Arsizio, gara che sento “di casa” in quanto, nonostante non abbia io particolari legami con la cittadina Bustocca, resta la più vicina tra tutte le mezze maratone che ho corso.

A dire il vero, dopo l’edizione del 2017, mi ero promesso di prendermi una pausa per almeno un anno, perché cominciavo a digerire poco il percorso. Poi il cambio di società, e gara che viene inserita nel campionato sociale. Impossibile dire di no e non cadere nuovamente nel richiamo della Mezza organizzata sempre in modo impeccabile dall’Atletica San Marco.

La preparazione è andata discretamente. A differenza del passato mi sono trovato molto a mio agio nelle sessioni di medio, risultando meno brillante invece nelle ripetute. Ad ogni modo, la recente Maratonina di Correggio del 14 Ottobre (chiusa in 1.27.06) mi aveva rinfrancato e fatto pensare di non essere poi così lontano dai miei tempi migliori. L’obiettivo minimo di giornata è quello di non invertire la statistica che a Busto mi vede migliorare il tempo dell’anno prima. Il target per il 2018 è l’1.27.49 fatto registrare a Novembre durante l’edizione precedente.

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Dopo un riscaldamento in compagnia dei compagni Cardatletica, ed in particolare con Romeo, mi posiziono in griglia rossa, quella dei più forti. Mi sento come un intruso lì dentro: troppa gente forte intorno a me e la sensazione di essere il classico pesce fuor d’acqua! Questa situazione anomala prosegue al via e nei primi km di gara: allo sparo sono tutti più veloci di me, e cerco di non farmi trascinare eccessivamente per non compromettere la gara. La tattica è la stessa di qualche settimana prima: partire forte, e cercare di giocare in difesa nella seconda metà del percorso. Poca attenzione al Garmin e lap chilometrici manuali ad ogni cartello.

Come accennavo, nei primi 20 minuti di gara vengo superato costantemente da persone più rapide di me: cerco sporadicamente di agganciarmi a qualche gruppo, ma ogni volta mi rendo conto che non è ancora quello con il passo giusto. Giro comunque abbastanza regolare: dopo il 3.57 del via, registro in successione fino al Km 7 passaggi tra il 4.01 ed l 4.04. Arrivati in zona industriale, prima dell’ingresso in pista, rifiato un attimo: c’è vento contrario (non me lo aspettavo) e non sono in gruppo. Cerco di coprirmi il più possibile dietro le 2-3 persone vicino a me, ma la situazione non migliora granché, anche se giro a 4.08 per 2 Km. Ci avviciniamo alla pista di atletica, un passaggio del percorso che mi piace particolarmente perché c’è la possibilità di vedere chi ti precede e chi ti segue, e spezza la vista dei capannoni desolati che accompagna la gara da ormai da 4-5Km.

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Uscito dallo stadio abbastanza galvanizzato (4.07) mi immetto nella parte di percorso che da sempre mi mette in difficoltà. La monotonia della zona industriale con i suoi viali infiniti è alle spalle, e per 3-4Km il percorso diventa più tortuoso con curve a gomito. I muscoli cominciano a presentare il conto, e l’umidità è l’alleato peggiore per la situazione. Il passo si alza pian piano, tra il 4.10 ed il 4.19. Il Garmin mi proietta pian piano verso un tempo sopra l’1.27. Dopo aver salutato diversi amici al Km 17 ci immettiamo sul Viale Stelvio, quest’anno un po’ più amico perchè teatro di qualche sessione di ripetute con il suo lungo rettilineo. Non mollo, voglio fermare l’emorragia cronometrica che mi sta pericolosamente portando vicino al tempo dell’anno precedente. Negli ultimi due chilometri mi riprendo, il passaggio finale nella zona pedonale di Busto è sempre piacevole, ed oggi è anche pieno di persone. Ultima svolta a sinistra e 300m a tutta. Chiudo così in 1.27.35 la mia fatica di giornata, confermando la tradizione, ed alzando ulteriormente l’asticella per il prossimo tentativo.

Il tempo finale rispecchia le sensazioni che avevo dopo gli allenamenti dell’ultimo periodo: la resistenza è a buon punto, infatti sono riuscito a non crollare nella seconda parte di gara, nonostante non ne avessi più. Mi manca un po’ di brillantezza. Sono vicino comunque al mio personale di Gallarate 2017, avrei tanto voluto recuperare parte del debito che l’infortunio mi ha portato via in occasione della Mezza di Berlino di Aprile, ma oggi non era il momento. La strada è però quella giusta, ci vuole una giornata di quelle dove tutti i tasselli vanno al loro posto, il compito mio è di farmi trovare pronto!

Qui la traccia