Santander Mezza Maratona di Torino, 17 Aprile 2016

Concludere la prima parte del 2016 con sole due mezze maratone all’attivo (Terre Verdiane e Ferrara) mi sembrava un bottino insufficiente e così, incrociando weekend liberi e calendario delle gare disponibili, la scelta è ricaduta su Torino. Tante le motivazioni che mi hanno spinto su questa manifestazione: correre in una città che mi piace, dove non avevo mai gareggiato e soprattutto con un percorso che una volta tanto non prevede chilometri su chilometri in mezzo al nulla, ma si snoda interamente nel centro città.

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Dal lato della preparazione, la decisione di aggiungere un’altra 21 è arrivata in modo talmente improvviso che… non mi sono assolutamente allenato in quest’ottica. L’ultimo “lungo” nelle gambe è proprio quello della gara di Ferrara, un mese prima, con all’attivo solo qualche sessione di ripetute e un paio di gare brevi e veloci. Nonostante questo, mi sono iscritto con la fiducia di poter provare un ultimo attacco stagionale al tempo. Quello che invece non avevo preventivato è stato l’ennesimo test sotto sforzo dall’esito negativo, questa volta non ad una visita agonistica ma ad un mio spontaneo controllo periodico, a soli 2 giorni dalla gara.

Queste premesse mi portano in griglia di partenza (per la prima volta sono inserito nel gruppo più veloce, quello dei <90′) con sensazioni molto contrastanti. La testa non c’è, ma cerco di scacciare i pensieri, anche se pensare a 21Km da correre con questo approccio mi sembra da subito un’impresa enorme.

p2017400922-5Si parte. Noncurante di tutto, cerco di concentrarmi sul cronometro. Ci dirigiamo verso Piazza Castello e poi in discesa verso il Po. Complice la pendenza a favore e il poco traffico, riesco ad andare ad un ottimo passo (4.08), illudendomi che sia la giornata magica per il tempo. Il primo giro mi serve come studio (la gara prevede un circuito pressoché simile da percorrere 2 volte), e sorpassato il primo ponte affronto (di già?) un primo tratto di salita. Complessità che si ripropone subito dopo con il secondo ponte (Km 5) e nel Parco del Valentino, dove al Km 7 è prevista la salita più ripida della giornata, con tanto di simpatico giro di boa in “cima”. Nonostante questi rallentamenti, mantengo comunque un passo complessivo di 4.13, che mi proietta comunque ad un sub 90′ che sarebbe un ottimo traguardo. Ma al Km 9, come se le difficoltà precedenti non fossero sufficienti, si palesa il tratto peggiore del percorso: il chilometro in discesa fatto in partenza è ora da ripetere in senso contrario, e mi accorgo inoltre che il fondo in sampietrini non aiuta di certo (chissà perché in discesa sembrava tutto così facile, solo 30 minuti prima!). Cedo parzialmente (4.27) e rimando la bandiera bianca solo grazie al fatto che ci sia un nuovo transito in centro, così tra pubblico e ristoro riesco a mantenere un passo ancora sufficientemente buono.

Terminato il primo giro (alla media di 4.15) è però anche l’occasione per fare un punto della situazione. La voglia di far fatica è ai minimi, mi sembra di essere al Km 30 di una Maratona, e per di più non mi è mai successo di trovarmi in questa situazione a metà di una Mezza Maratona (forse, solo in parte, capitò a Bologna 2015). Faccio pace con me stesso e decido di andare avanti a sensazione, badando solo alla respirazione. In realtà fino al Km 13 vado comunque intorno al 4.20, e fino al Km 17 transito al Valentino poco più lento (4.30-4.32). E’ proprio quando penso di aver trovato l’equilibrio che mi può portare agevolmente fino al traguardo che si ripropone la doppietta salita del Parco (4.56) + Via Po (4.45), che percorro rallentando vistosamente, cercando solo di fare meno fatica possibile, con un occhio ai numerosi fotografi presenti a Torino.

Mai come oggi ho sognato di raggiungere il traguardo, e dirigendomi verso Piazza San Carlo noto anche che tra turisti e torinesi, sono veramente tante le persone accorse a vedere l’arrivo. Un richiamo a destra ed uno a sinistra, arriva l’applauso e finalmente posso andare a prendere la medaglia di giornata, che in questa occasione posso proprio dire di essermi guadagnato con fatica, nonostante il crono infausto (1.34.00).

Qui la traccia e, a seguire, l’ottimo servizio fotografico, tra i migliori che mi siano capitati

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